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Questo articolo è stato pubblicato il 14 novembre 2010 alle ore 06:42.
ROMA
Sarà la fondazione Ugo Bordoni a gestire il registro delle opposizioni, cioè l'elenco in cui gli abbonati che compaiono negli elenchi telefonici dovranno iscriversi se non vorranno ricevere telefonate promozionali. Il ministero dello Sviluppo – regista dell'operazione che sta disegnando la nuova disciplina del telemarketing – ha dunque preso la decisione di affidarsi a un ente di cultura e ricerca, del quale è anche vigilante, e che svolge in prevalenza attività di consulenza e analisi per istituzioni pubbliche.
Il ministero ha, pertanto, ritenuto di dover giocare questa partita pressoché in casa, dal momento che è uno dei principali finanziatori della fondazione, la quale riceve contributi anche dai soci fondatori, tra i quali figurano le principali aziende di telecomunicazione. Scartata, dunque, l'ipotesi – che peraltro la normativa prevede – di affidare la gestione del registro a un soggetto totalmente esterno all'amministrazione. Almeno una candidatura in questo senso c'era, ed era quella dell'Aidim, associazione italiana di direct marketing, che «si era detta disposta – spiega il consigliere delegato, Moreno Martelloni – a mettere insieme un pool di aziende, scelte fra le associate, esperte nel trattamento dei dati».
Per la fondazione Bordoni inizierà ora un tour de force che dovrà portarla a garantire, entro la fine di gennaio, la piena operatività del registro. I tempi sono stati, infatti, fissati dal decreto 178 di recente pubblicazione: entro il primo dicembre dovranno essere consultati i principali operatori telefonici; entro fine anno si dovrà provvedere alla predisposizione e attivazione delle modalità tecniche di funzionamento e accesso al registro da parte degli operatori; entro fine gennaio la fondazione dovrà mettere a punto le procedure per l'iscrizione al registro da parte degli abbonati.
Il decreto 178 prevede che quest'ultima fase debba essere garantita attraverso più modalità: ci si potrà iscrivere alla Robinson list (come viene definito il registro nei paesi anglosassoni) via web, utilizzando la posta elettronica, chiamando un apposito numero di telefono o, più tradizionalmente, inviando una lettera raccomandata o un fax.