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Questo articolo è stato pubblicato il 22 novembre 2010 alle ore 08:24.
Molti avvocati ammettono di non avere grande dimestichezza con la tecnologia. Sono in larga parte refrattari all'idea di avere un sito internet o di lavorare con la clientela sul web, così come in pochi si affidano ai software gestionali. Il budget destinato ad hardware e software è quasi mai frutto di scelte strategiche.
Mentre il sito di studio, quando c'è, è ancora pensato come una brochure online e non è ancora stato adottato un modello di comportamento per la presenza di avvocati e studi legali sui social network. Il potenziale degli strumenti propri del web 2.0 – come Facebook, Twitter, Linkedin e blog – è ancora inespresso nella comunità legale. Nascono gruppi e fioriscono pagine, ma raramente la comunicazione supera un livello di pura utilità.
Ma la vera rivoluzione è il mercato di Iphone, Ipad e simili, destinati a modificare il modo di lavorare di tutti i professionisti. Sono numerose le app dedicate al mondo legale: dalle più semplici interfacce di consultazione di leggi, codici, giornali e riviste, fino alle prime versioni mobile dei gestionali di studio legale per Iphone e Ipad che consentono di collegarsi in remoto al proprio studio e di consultare e modificare contenuti e documenti, oltre che inviare e ricevere posta elettronica.