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Questo articolo è stato pubblicato il 27 novembre 2010 alle ore 09:34.
Per le imprese è un passo avanti, purché si tratti di un provvedimento "tampone" che permetta di sfuggire alla scadenza ravvicinata del 30 novembre, in attesa di una più generalizzata sospensione degli adempimenti. I 10 giorni in più che il ministero dell'Economia ha concesso dovrebbero essere usati per allungare la lista delle aziende ammesse ai benefici ed estendere il rinvio di almeno sei mesi, fino a giugno.
Restano queste le aspettative del mondo imprenditoriale, delle Pmi, degli artigiani e dei commercianti veneti. Spiega il presidente della Federazione regionale di Confartigianato, Claudio Miotto: «È importante che nell'elenco ufficiale siano inserite tutte le aziende danneggiate. Per queste stiamo studiando con l'agenzia delle Entrate anche una correzione ad hoc per gli studi di settore».
Al momento, la lista dei comuni "alluvionati" individuati da un'ordinanza del vicario del commissario delegato all'emergenza, Mariano Carraro, copre il 56% dei comuni veneti (328 su 581), mentre quella delle aziende "bloccate" meno dell'1% delle realtà del territorio (3.433 su circa 450mila). «Siccome si tratta di aziende con danni "certificati" dalla regione – osserva Gian Angelo Bellati, direttore di Unioncamere del Veneto – è giusto non solo concedere una proroga piena ma anche un rimborso fiscale. Queste complicazioni dimostrano che le regioni che più contribuiscono al bilancio statale incontrano i problemi più gravi quando devono essere aiutate».