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Norme e Tributi Fisco

Scudo fiscale in zona promozione

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Questo articolo è stato pubblicato il 04 dicembre 2010 alle ore 06:39.

Una schiarita per lo scudo fiscale a Bruxelles. Gli uffici di alcuni commissari Ue, infatti, hanno riscontrato la compatibilità delle norme italiane sul rimpatrio di attività all'estero con quelle comunitarie. Si tratta, come segnalano fonti di agenzia, dei servizi del commissario Ue al Mercato interno, Michel Barnier, e quelli del commissario Ue al Fisco, Algirdas Šemeta, che avrebbero segnalato come le regole italiane non contrastino né con quelle comunitarie in tema di riciclaggio e di movimento di capitali, né con quelle relative all'Iva.

La violazione delle norme europee sul riciclaggio e sull'Iva rappresentano probabilmente le censure più pesanti che pesavano sulle regole della nuova edizione dello scudo. Ragione per cui probabilmente un'«assoluzione» da parte dei servizi di questi due commissari dovrebbe preludere a un via libera. Per poter dire, però, scampato il pericolo occorre che sull'argomento si pronunci l'assemblea dei commissari (o almeno dei loro capi di gabinetto). Al momento non risulta, infatti, che la discussione sia ancora conclusa. Non dovrebbe, però, mancare molto: entro la fine dell'anno o a inizio 2011 si dovrebbe arrivare alla decisione definitiva della commissione, che nel caso di "archiviazione" lascerebbe intatto lo scudo che aveva protetto il rimpatrio di attività all'estero.
A fine novembre il commissario Barnier aveva risposto ad alcune interrogazioni degli eurodeputati Giommaria Uggias, Niccolò Rinaldi e Luigi De Magistris, che più volte avevano sollevato la questione (ad aprile, a luglio e settembre 2010) e che, tra l'altro, avevano condannato l'insostenibilità del ritardo nel dare una risposta ai quesiti posti proprio da deputati italiani al Parlamento europeo.

Barnier aveva riconosciuto come fino a quel momento la commissione non avesse ancora dato «una risposta definitiva alle questioni sollevate dagli onorevoli parlamentari in merito allo "scudo fiscale" italiano». E aveva precisato che «ciò non è dovuto a ritardi amministrativi. La complessità della normativa italiana ha sollevato numerose e complesse questioni in relazione a importanti aspetti del diritto della Ue, in particolare la fiscalità, i movimenti di capitali e il riciclaggio, che hanno richiesto un'analisi approfondita e coordinata da parte di diverse direzioni generali della Commissione». Barnier dava atto anche degli incontri che erano stati tenuti con le autorità italiane per chiarire «l'esatta portata e le implicazioni della normativa in oggetto».

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Il commissario ricordava, infatti, che dopo l'introduzione dello "scudo fiscale" le autorità italiane avevano emanato varie circolari che andavano anch'esse analizzate per poter avere un quadro completo della normativa. E come solo recentemente le autorità italiane avessero trasmesso al Gruppo di azione finanziaria internazionale (Gafi) le informazioni richieste sui risultati effettivi conseguiti con lo scudo fiscale, in particolare sotto il profilo del riciclaggio di fondi illeciti.
Tutte informazioni che erano state ritenute indispensabili per arrivare alla definizione di un quadro d'insieme da ricostruire per pronunciarsi sulla compatibilità dello scudo con la normativa comunitaria. Barnier aveva però assicurato che il lavoro era in dirittura di arrivo e le indiscrezioni trapelate nella giornata di ieri mostrano come effettivamente il quadro per la Commissione cominci a essere ormai definito e la risposta sia imminente.

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