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Questo articolo è stato pubblicato il 14 dicembre 2010 alle ore 16:02.
Storie di amministratori di condominio che scappano con la cassa, non pagano le bollette e intascano i soldi dei condòmini o ricevono una percentuale extra sui lavori, se ne sentono a centinaia. A volte sono solo chiacchiere, sospetti, altre volte scatta la denuncia, il processo, la pena.
Nel 2008 solo al Nord sono scoppiati tre casi eclatanti: a Milano, in provincia di Bergamo e Trieste. Nel capoluogo lombardo è sparito dallo scorso agosto, lasciando un buco che potrebbe raggiungere diversi milioni di euro, un geometra che amministrava una dozzina di palazzi del centro, tra cui il condominio del sindaco Letizia Moratti. La denuncia è partita dal nuovo amministratore e l'ammanco accertato è pari a 850mila euro.
La zona di Bergamo invece è al centro di una truffa che coinvolge 117 condòmini per un ammontare complessivo di oltre un milione di euro. L'amministratore delle palazzine è accusato di aver ottenuto i soldi dalla filiale di Romano di Lombardia della banca Antonveneta presentando falsi verbali di assemblea in cui inventava determinate spese per i vari condomini. Avendo accesso ai conti correnti su delega dei propri clienti riusciva così a ottenere affidamenti bancari. A sporgere denuncia è stata la banca stessa; a dicembre è iniziato il processo e a marzo si terrà il dibattimento.
A Trieste è la Guardia di finanza a scoprire una frode di circa 500mila euro ai danni di 12 condomini. Secondo gli inquirenti l'amministratore, grazie a sofisticate tecnologie informatiche, contraffaceva gli estratti conto dei rapporti intestati ai condomini facendo risultare una maggiorazione degli importi dovuti per il pagamento di utenze e altre voci di spesa relative alla gestione dell'immobile. Inoltre, anche in questo caso, presentando falsi verbali di assemblee condominiali, riusciva ad aprire fidi bancari che utilizzava a scopo personale.
Grandi e sofisticate truffe, ma anche più piccole ed elementari a opera di amministratori meno "attrezzati". È nel ferrarese la scoperta di un ammanco di 200mila euro per il mancato pagamento dell'acqua; a Roma un debito di 15mila euro con l'Italgas (che per un condominio di 25 unità significano 600 euro a testa); ancora a Milano un nuovo amministratore insediato da soli due mesi trova la cassa semivuota e debiti di 10-15mila euro per il mancato pagamento di bollette, relative a cinque condomini di 12 unità abitative.