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Questo articolo è stato pubblicato il 17 dicembre 2010 alle ore 08:41.
L'apertura di un conto corrente bancario con false generalità rappresenta una truffa ai danni dell'istituto di credito. Tanto da giustificare il risarcimento a suo vantaggio. Lo precisa la Corte di cassazione con la sentenza n. 44379 della seconda sezione penale depositata ieri. La corte ha così respinto il ricorso presentato da un detenuto in custodia cautelare perché ritenuto promotore di una serie di truffe ai danni delle banche.
La sentenza sottolinea come la truffa finalizzata all'apertura di un conto corrente produce un ingiusto profitto dal momento che la disponibilità di un conto corrente bancario dà la possibilità al correntista di emettere assegni oltre che di utilizzare tutti gli altri servizi bancari collegati all'esistenza del rapporto nato in maniera criminale. «Vantaggi questi a fronte dei quali si pone lo svantaggio, per la banca, di avere instaurato il detto rapporto con soggetto che non poteva fornire la benché minima garanzia di affidabilità». Inoltre, anche il semplice accredito di assegni di provenienza illecita in conto corrente va a costituire un ingiusto profitto, perché in questo modo si può fare figurare una disponibilità finanziaria fittizia.