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Questo articolo è stato pubblicato il 23 dicembre 2010 alle ore 08:56.
Cinema e spettacolo, ora, temono il peggio. Il milleproroghe, infatti, non contiene alcun reintegro del fondo unico dello spettacolo (Fus) per il 2011 che, salvo ripensamenti, resta "inchiodato" alla cifra, mai così bassa, di 258 milioni di euro. «Con queste risorse – commenta Maurizio Roi, vicepresidente Agis – si decreta la morte dello spettacolo: fondazioni liriche, teatri , compagnie. Va riconvocato il "tavolo del Capranichetta" per individuare iniziative comuni».
Il cinema, penalizzato sul fronte investimenti pubblici (abolizione del Fondo di garanzia, tagli al Fus) si è visto beffato sugli incentivi ai privati che investono nel settore.
Il tax credit e il tax shelter, già scaduti, non sono stati rinnovati per tre anni, come promesso dal ministro delle Cultura, Sandro Bondi, e dal sottosegretario Gianni Letta, ma per sei mesi. L'Anica, che rappresenta le imprese del settore, «esprime il suo disappunto per il mancato rinnovo di un provvedimento che è stato cruciale per il grande successo del cinema italiano e che, se venisse meno, ne segnerebbe la fine. È imperativo che il ministro convochi tutte le parti interessate con la massima urgenza». Questo mentre è saltata, all'ultimo minuto, la previsione dell'aumento di un euro per entrare al cinema.(Ma. M.)
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