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Questo articolo è stato pubblicato il 30 dicembre 2010 alle ore 09:02.
Parte da oggi al Senato il cammino parlamentare del decreto milleproroghe. Ma senza la proroga delle graduatorie "a pettine" dei 230mila precari della scuola, così come dei contributi integrativi per i liberi professionisti o dei fondi per lo spettacolo.
Pubblicato sulla «Gazzetta Ufficiale» 303 di ieri, il Dl 29 dicembre 2010, n. 225 si presenta nella sua nuova veste semplificata fatta di 4 articoli e una tabella in cui sono raccolte le oltre 65 proroghe di termini di legge in scadenza. E la novità non è solo formale. Si tratta di un "differimento termini" a tappe.
L'articolo 1 del decreto, infatti, differisce al 31 marzo 2011 tutti i termini e i regimi giuridici indicati nella tabella in scadenza entro il 15 marzo prossimo, riservando al governo la possibilità di prorogarli ulteriormente fino al 31 dicembre 2011 con un semplice Dpcm.
Un doppio passaggio in cui potrebbe essere incappata, ad esempio, la proroga sull'aggiornamento delle graduatorie dei precari della scuola, il cui aggiornamento avviene succesivamente al primo trimestre dell'anno. Il che non esclude che la proroga possa comunque arrivare successivamente con un futuro provvedimento o anche con un emendamento al nuovo dl 225.
Più complesso, invece, potrebbe essere il ripescaggio di altre proroghe. Il provvedimento d'urgenza varato dal governo alla vigilia di Natale ha lasciato fuori più di un intervento atteso, come il finanziamento del fondo unico dello spettacolo o la proroga degli sfratti. Anche la via dell'ememdamento potrebbe essere difficilmente praticabile. Il mancato rifinanziamento per 150 milioni di euro del Fus (fondo unico dello spettacolo), uno dei motivi che avrebbero spinto il ministro per i Beni culturali Sandro Bondi a minacciare le dimissioni, dovrà fare i conti con l'invarianza dei saldi di finanza pubblica. Fumata nera potrebbe arrivare anche per l'emergenza sfratti chiesta dai sindaci e dalle associazioni di categoria e dall'unione inquilini. Difficile appare anche il recupero dei fondi all'editoria, decurtati per aumentare la dote del 5 per mille al volontariato.
Resta fuori anche la possibilità di aumentare il contributo integrativo sulle parcelle dei professionisti. Ai primi di dicembre era stato il ministro del Lavoro Sacconi ad avanzare la proposta di inserire le previsioni del disegno di legge Lo Presti – fermo al Senato – nel milleproroghe (si veda il Sole 24 Ore del 2 dicembre), così da consentire di intervenire sull'integrativo già dal 2011. Ma per ora nel testo non c'è. Quindi le Casse private che applicano il sistema contributivo vedono allontanarsi la possibilità di elevare l'integrativo fino al 5% per riversarne una parte sul montante individuale così da garantire pensioni più eque.