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Questo articolo è stato pubblicato il 07 gennaio 2011 alle ore 06:40.
MILANO - Oltre un milione di pendenze gravano sulle spalle dell'Inps e della sua squadra di avvocati. Il che, ammette lo stesso presidente dell'Istituto, Antonio Mastrapasqua, fa dell'ente di previdenza il principale azionista del ministero della Giustizia (si veda l'intervista a lato). In Italia un giudizio su cinque del contenzioso civile coinvolge l'ente. Se la riduzione strutturale del contenzioso giudiziario e amministrativo è una priorità dell'Istituto, la partita non si preannuncia semplice: i nuovi contenziosi non accennano a rallentare la corsa, aumenta il volume anche se, in linea di massima, per una causa che si chiude se ne apre un'altra. In altri termini: da una parte l'avvocatura morde il tallone alle cause pendenti, dall'altra deve arginare in tempi stretti una nuova ondata di contenziosi.
Il bilancio sociale 2009 dell'Istituto di previdenza mette in evidenza un aumento del numero dei procedimenti, dovuto principalmente a giudizi in serie, che riguardano il riconoscimento delle differenze retributive in materia di disoccupazione agricola (si veda anche l'articolo in basso). Più in particolare, nel 2008 i procedimenti giudiziari avviati in materia di prestazioni a sostegno del reddito erano 33mila. Un anno dopo se ne registravano oltre 54mila. Il contenzioso Inps da solo copre una fetta consistente di quello nazionale: circa il 20%, su cinque milioni di cause civili pendenti, fascicolo più fascicolo meno. Due terzi del contenzioso con l'ente si concentrano in dieci tribunali d'Italia, il 50% in sole sei sedi: Foggia, Napoli, Bari, Roma, Lecce e Taranto. Le cause pendenti in Cassazione contro l'ente previdenziale sono un quinto del carico della Sezione lavoro e il 5% di tutte le controversie pendenti.
L'ente punta a rendere l'azione legale più efficace. Per ottenere questo obiettivo, conta anche sul contributo di avvocati domiciliatari (massimo 2.600) e sostituti d'udienza attivi sul territorio nazionale. Mastrapasqua ha ricordato che nell'ultimo anno e mezzo è stato ridotto in maniera significativa il tasso di soccombenza, con un aumento proporzionale dei successi in giudizio. Fino al 2008, infatti, l'Inps soccombeva nel 60% dei casi. «Oggi l'Avvocatura dell'Istituto – ha spiegato il presidente Inps – prevale nel 58% dei giudizi, con un incremento del 18% dei successi nel corso dell'ultimo anno».