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Questo articolo è stato pubblicato il 17 gennaio 2011 alle ore 08:07.
Una pioggia di tasse e controlli sul mattone. Ancora una volta il fisco prova a mettere sotto attacco l'evasione nata in casa per tirare la volata al federalismo ma non solo. Tra imposta municipale unica, super-sanzioni contro gli affitti in nero, recupero delle case fantasma e delle "finte" prime case, si preannuncia un 2011 pesante per i proprietari, in particolare per quelli che non pagano le tasse.
Il primo appuntamento certo è quello con la denuncia delle case sconosciute al catasto (si veda l'articolo nella pagina), che entro il 28 febbraio andranno registrate per non incorrere nelle sanzioni e nei controlli dei sindaci, accesi anche dal «bonus» da 1.500 euro a immobile «riemerso» allo studio per i comuni che si daranno da fare.
Affitti in nero
La partita più importante è il riordino degli affitti, strettamente legato al federalismo. Il dato resta preoccupante: mezzo milione di locazioni in nero possono rendere al fisco anche un miliardo all'anno, ma il recupero non è affar semplice. Del resto la stima non è opinabile: nell'ultima indagine sulla situazione abitativa degli italiani, l'Istat conta 16,9 milioni di famiglie che vivono nella casa di proprietà e 4,7 milioni di famiglie in affitto; se a quest'ultima cifra sottraiamo le locazioni indicate nelle dichiarazione dei redditi delle persone fisiche (circa 2,7 milioni), quelle di edilizia pubblica (un milione) e quelle locate da società (circa 500mila), restano appunto mezzo milione di famiglie che abitano in casa d'altri ma non hanno un contratto. Se si considera che l'affitto medio, in Italia, è di 535 euro al mese (sempre dati Istat), sono circa 3,2 i miliardi di euro che ogni anno sfuggono al prelievo dell'Irpef.
Risultato: con un'aliquota media Irpef del 30,4 per cento, da applicare sull'85% dell'imponibile (difficile immaginare che si tratti di canoni concordati), il risultato è un'evasione di circa 972 milioni.
La chiave di volta starebbe proprio nel provvedimento in discussione sul federalismo fiscale: oltre all'applicazione della cedolare secca del 20 e 23 per cento (si veda l'articolo in basso) la norma in discussione prevede che entro un certo termine (nella prima bozza era il 31 dicembre 2010, ma ovviamente se ne dovrà fissare uno nuovo) chi non registra il contratto di locazione in corso subisce, oltre alle normali sanzioni e al recupero dell'imposta (si veda l'esempio qui a fianco) un drastico abbassamento del canone annuo. Per quattro anni, il proprietario pizzicato dovrebbe infatti accontentarsi di un canone pari al triplo della rendita catastale: una cifra irrisoria, rispetto alle richieste normali del mercato.