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Norme e Tributi Diritto

Conciliazione: spunta il rinvio

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Questo articolo è stato pubblicato il 26 gennaio 2011 alle ore 06:41.


MILANO
Alla fine tra le pieghe del «milleproroghe» spunta anche il rinvio della conciliazione. Con un emendamento presentato ieri mattina dal senatore Pdl Domenico Benedetti Valentini viene infatti chiesto uno slittamento di un anno dell'entrata in vigore della mediazione obbligatoria il cui debutto è fissato al 20 marzo. Il voto in commissione arriverà nei prossimi giorni, ma intanto Benedetti Valentini si dice ottimista sul suo accoglimento e incassa anche una cauta apertura da parte dei sottosegretari alla Giustizia, Giacomo Caliendo e Maria Elisabetta Alberti Casellati. «Non si tratta certo di mossa contro il Governo – spiega Benedetti Valentini –. Le intenzioni del ministro Alfano sono senz'altro positive. Bisogna però tenere conto delle difficoltà organizzative che sono state segnalate anche dagli avvocati. E poi, comunque, introdurre un tentativo obbligatorio di conciliazione senza assistenza legale rischia di andare a costituire un singolare e discutibile quarto grado di giudizio».
E un segnale identico è arrivato anche dall'opposizione, saldando il fronte dei favorevoli al rinvio: un emendamento dall'analogo contenuto, un anno ancora di proroga prima dell'entrata in vigore, è stato infatti presentato a prima firmataria la senatrice del Pd Silvia Della Monica (a seguire le firme di tutti i componenti della commissione Giustizia del Partito democratico).
Lo slittamento aveva iniziato a prendere corpo nelle scorse settimane e le voci si erano infittite negli ultimi giorni. Dal ministero della Giustizia però nessuna indicazione. Con un Alfano che, anzi, in un tesissimo intervento al congresso nazionale forense di Genova non aveva concesso un millimetro sul punto a una tumultuante platea che lo pressava. Adesso l'uscita allo scoperto di un fronte parlamentare potrebbe anche indurre il ministero a qualche ripensamento. Magari per provare a giocare d'anticipo e puntare a uno slittamento più contenuto nel tempo (sei mesi?) e limitato ad alcune materie (condominio, motivando con la riforma al voto dello stesso Senato, e risarcimento danni da incidente stradale, ambiti entrambi molto cari agli avvocati).

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Certo si tratterà di una scelta non facile per un Alfano che ancora la passata settimana ha rivendicato in Parlamento i futuri benefici della conciliazione obbligatoria. Ma dall'altra parte c'è soprattutto un'avvocatura che è salita da tempo sulle barricate per contrastare il progetto. Ritrovando un'inedita compattezza di vedute che ne ha caratterizzato le ultime mosse. Con un Consiglio nazionale forense che ha spiegato ad Alfano la necessità di uno slittamento di un anno motivando la soprattutto con difficoltà di natura organizzativa e l'Oua che ha fatto trovare una lettera nella casella di ogni senatore per indurlo a prendere in considerazione lo slittamento.
Nel frattempo resta caldo anche il fronte giudiziario, con il ricorso presentato dall'Oua contro il regolamento che rende di fatto operativa la conciliazione, fissando i requisiti per gli enti di mediazione e formazione e le tariffe da applicare. Glissando sulla sospensiva, il Tar Lazio ha però deciso di entrare nel merito della questione in un'udienza che si svolgerà l'8 marzo.
E ieri il Cnf ha inviato un questionario in materia di mediazione e formazione continua per conoscere dagli Ordini l'intenzione di accreditarsi come organismo di conciliazione o come ente formatore (finora nei registri ministeriali la presenza di organismi riconducibili all'avvocatura è assolutamente esigua), la messa a disposizione dei locali nei tribunali, l'avvenuta stipula della polizza assicurativa.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
I passaggi chiave
01|L'ENTRATA IN VIGORE
Il tentativo obbligatorio di conciliazione in materie importanti del contenzioso civile come il condominio, i risarcimenti danni da incidente stradale, la responsabilità medica, è previsto per il prossimo 20 marzo: la conciliazione è presentata come condizione di procedibilità nel giudizio civile
02|L'IPOTESI RINVIO
Al decreto «milleproroghe» sono stati presentati emendamenti
sia dalla maggioranza sia dall'opposizione per chiedere
lo slittamento di un anno
del debutto della
conciliazione: il tempo a disposizione dovrebbe essere utilizzato per modificare
punti cruciali della disciplina come l'obbligatorietà
e l'assenza di una
difesa tecnica
03|LA PAROLA AL MINISTERO
Il ministro della Giustizia Angelino Alfano dovrà scoprire le carte scegliendo tra una posizione di fermezza che mantenga
la data del 20 marzo oppure accondiscendere alle richieste di Parlamento e avvocatura stabilendo lui stesso magari un rinvio più contenuto nei tempi e limitato a qualche materia
04|L'AVVOCATURA
Gli avvocati hanno dimostrato da subito una forte ostilità alla mediazione obbligatoria; negli ultimi tempi sia il Cnf sia l'Oua hanno promosso iniziative per arrivare allo slittamento
05|IL RICORSO
Il prossimo 8 marzo sarà emessa la sentenza del Tar del Lazio sul ricorso presentato dall'Oua sul regolamento che permette la partenza sul piano organizzativo della conciliazione

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