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Questo articolo è stato pubblicato il 27 gennaio 2011 alle ore 07:35.
C'è chi non si vedeva da un anno. Come Antonio e Luca, commercialisti fiorentini che 12 mesi fa si sono conosciuti al convegno e si sono salutati con un appuntamento «al prossimo Telefisco». C'è chi non manca mai un'edizione. E c'è chi arriva all'ultimo, come i tanti padovani che seguono in piedi le relazioni: al centro congressi Albino Luciani ci sono 900 persone per 750 posti.
La stessa scena si ripete in molte altre sedi. A Roma 1.100 professionisti affollano l'auditorium del Massimo e una parte del pubblico si siede sulle scalinate. A Cagliari l'hotel Mediterraneo deve attrezzare una seconda sala. A Torino le sale sono addirittura quattro e gli iscritti 200 in più del previsto.
Telefisco 2011 segna un altro record – 86mila partecipanti – dopo quello delle 140 sedi attivate in tutta Italia (tra quelle organizzate dal Sole 24 Ore e le altre). Non è poco, per una formula che celebra vent'anni. Solo tre in meno di Carlotta, fresca di laurea triennale, seduta in sala ad Ancona. «È stato molto utile – racconta – avevo appena preparato una Vies e adesso, dopo aver sentito la lezione, vado a casa e correggo il tiro».
Il fascino di Telefisco presso il pubblico più giovane è una costante di questa edizione. Gli under 40 sono numerosi in tutte le sedi, da Milano a Padova, con punte del 60% registrate a Torino.
Tra comunicazioni black list e nuovo redditometro, il traguardo ambito e lontano è la semplificazione. A Genova qualcuno guarda il vicino di sedia, tra il perplesso e il preoccupato: «Nello "spesometro", le operazioni continuative vanno conteggiate o no per stabilire se la soglia di 3mila euro viene superata?».
Possibile – chiede Luigi con un Sms – che per un caffè a Lugano riportato in una nota spese, si debba fare una comunicazione black list?
Tanti dubbi anche a Bologna, dove il tema è ancora più sentito data la vicinanza con la repubblica di San Marino e dove qualche professionista sobbalza sulla sedia all'annuncio dei 35mila accertamenti da redditometro in programma quest'anno.
Per scambiare quattro chiacchiere con i colleghi e ascoltare i chiarimenti dell'esperto in sala, c'è anche chi salta la pausa pranzo. Mentre molti altri – subito dopo il break – tornano di corsa ai propri posti: alle 14.30 c'è la relazione sull'Irap di Raffaele Rizzardi, il decano dei relatori di Telefisco, e non si può mancare. A Bari – osserva malizioso un ragioniere – ci voleva l'Irap per rinunciare al quarto d'ora "accademico" alla ripresa pomeridiana dei lavori.