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Questo articolo è stato pubblicato il 01 febbraio 2011 alle ore 13:13.
Niente proroga: le sanzioni per i medici che non invieranno all'Inps certificati di malattia online scattano, come previsto, da oggi. Ma i dottori – che per tutta risposta hanno annunciato lo stato d'agitazione – possono dormire sonni tranquilli. Parola del ministro dell'Innovazione Renato Brunetta, che ieri ha risposto picche alla richiesta dei camici bianchi per un'ulteriore dilazione dell'entrata in vigore del sistema sanzionatorio. Punizioni che, secondo la "riforma Brunetta" della Pa (Dlgs 150/2009) possono arrivare fino al licenziamento per i dipendenti o, per medici di famiglia e guardie mediche, alla perdita della convenzione.
Brunetta ha gettato acqua sul fuoco: «Timori e paure – si legge nella lettera ai sindacati – non hanno ragion d'essere: già da ora le norme prevedono che l'eventuale sanzione abbia luogo solo in caso di "colpa esplicita"». Su «procedure e meccanismi di applicazione, così da evitare il rischio di ingiustificati atteggiamenti puntivi», il ministro annuncia poi una circolare interpretativa, e un incontro «su tutta la strategia dell'Ict nel nostro sistema sanitario da tenersi al più presto».
Ma i dottori non ci stanno: in questi giorni decideranno come dare forma allo stato d'agitazione, anche attraverso uno sciopero. Ieri il ministro della Salute Ferruccio Fazio, pur riconoscendo che il sistema informatico «richiede ulteriori perfezionamenti», si è augurato che si trovi un'intesa per evitare «difficoltà a cittadini e malati». E ha convocato il 10 febbraio i sindacati per una riunione tecnica, anche se la competenza sulle sanzioni resta di Brunetta.
Dall'avvio dell'online, ad agosto scorso, sono stati inviati all'Inps quasi 4 milioni di certificati. Un dato che all'Innovazione indicano come una «eccellenza in Europa». Ma che secondo i medici è una goccia nel mare: i certificati inviati all'Inps sono circa 50 milioni l'anno: con questi ritmi a fine 2011 si sfiorerebbero i 14-15 milioni di certificati. La certificazione online poi, è stata estesa dal "collegato lavoro" anche ai lavoratori privati che però possono richiederla, ricorda l'Inps in una circolare diffusa ieri, anche a medici privati. Questi ultimi, però, non sono sottoposti alle stesse sanzioni di quelli pubblici.