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Questo articolo è stato pubblicato il 09 febbraio 2011 alle ore 19:21.
«Una disciplina eccentrica» con queste parole la Corte costituzionale dichiara illegittima una norma (articolo 1, comma 4-ter) del decreto legge 134 del 2009 perchè viola l'articolo 3 della Costituzione. Ora almeno 15mila precari possono reclamare il ruolo e l'agognata cattedra. Vale a dire che nell'aggiornamento delle graduatorie a esaurimento il personale docente avrà diritto al trasferimento e all'inserimento a pettine secondo il proprio punteggio
(merito) e non secondo l'anzianità di iscrizione in graduatoria (in coda).
La replica del ministero
Per il ministero dell'Istruzione ha parlato a Radio 24 il capo dipartimento Giovanni Biondi: «Sarà inevitabile rifare le graduatorie e stiamo preparando un emendamento da inserire nel milleproporoghe che, rifatte le graduatorie, congeli il meccanismo». «Rispettiamo la sentenza- prosegue biondi-, ma quello che non é stato valutato approfonditamente nella sentenza é che queste sono graduatorie ad esaurimento, quindi il principio del merito, che viene invocato nella sentenza, vale per graduatorie dinamiche in cui un insegnante può poter aggiornare i suoi titoli continuamente. Pensiamo che le graduatorie chiuse invece, che contiamo di esaurire con la progressiva entrata in ruolo degli insegnanti, non dovesse essere sottoposto a questo principio». E in una nota in serata il ministero ha spiegato che «adotterà i provvedimenti necessari per garantire l'ordinario funzionamento della scuola e per offrire in ogni caso le maggiori occasioni di impiego ai docenti per evitare che il ripristino della normativa previgente (legge 296/2006), determinato dalla sentenza della Corte Costituzionale, comporti un congelamento delle occasioni di lavoro alle sole graduatorie provinciali di appartenenza e l'insorgere di nuovo precariato».
La vicenda
La «querelle» sulle graduatorie va avanti da parecchio. Un paio di anni fa l'associazione Anief ha fatto ricorso (15mila ricorrenti) contro l'inserimento in coda dei docenti che cambiano provincia, ma poi il Parlamento, in sede di conversione del cosiddetto salva-precari, ha votato una norma voluta dal ministro Gelmini che lo prevede. Per il Tar Lazio però questa disposizione viola palesemente gli articoli 24 e 113 della Costituzione. Di qui il ricorso alla Consulta. «A questo punto - dichiara soddisfatto il presidente nazionale dell'Anief, Marcello Pacifico - il ministro Gelmini dovrebbe prendere atto di non essere stata capace di gestire le graduatorie del personale docente, dovrebbe assumersi la responsabilità di aver creato un profondo danno erariale alle casse dello Stato e sanare la posizione dei ricorrenti aventi diritto, senza nulla togliere ai docenti già individuati nei