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Questo articolo è stato pubblicato il 09 febbraio 2011 alle ore 17:16.
Truffa aggravata per la dipendente che emette fatture irregolari su ordine del capo.
Censurato in tutti e tre i gradi di giudizio (si legga la sentenza su Guida al diritto) il comportamento di un'impiegata che, su indicazione del principale, compilava dei documenti "falsi" per coprire una vasta gamma di illeciti: dai pagamenti in "nero" a una doppia contabilità interna dei movimenti finanziari.
Per i difensori era un'attività di "mera compilazione"
Un'attività di "mera compilazione" di atti che non aveva – secondo la difesa della dipendente – alcuna rilevanza all'esterno. La responsabilità era, infatti, da attribuirsi interamente al datore di lavoro il quale dava ordini che venivano eseguiti, per il semplice timore di perdere il posto, senza alcun dolo. Argomenti non convincenti per gli ermellini, costretti però a dichiarare la prescrizione per un reato comunque esistente, ma commesso sette anni prima.