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Questo articolo è stato pubblicato il 10 febbraio 2011 alle ore 10:13.
MILANO - La Corte costituzionale si abbatte sulle graduatorie dei precari della scuola; non passa l'esame di costituzionalità la regola fissata nel decreto «salva-precari» del 2009, che ha piazzato per legge in coda alle graduatorie gli aspiranti che chiedevano di essere inseriti anche in una graduatoria diversa da quella di provenienza.
La pronuncia, contenuta nella sentenza 41/2011 depositata ieri, ha un effetto esplosivo: in pratica rende nulle le graduatorie 2009/2011, ed espone al rischio ricorsi gli incarichi e le immissioni in ruolo effettuate su questa base. Con il «no» costituzionale, poi, viene a mancare anche la disciplina per il 2011/2013, contenuta nella stessa norma (articolo 1, comma 4-ter del Dl 134/2009) cancellata dai giudici delle leggi.
«Rifaremo le graduatorie, stiamo preparando un emendamento al milleproroghe che congeli il meccanismo» si affretta a precisare a Radio 24 il ministero, attraverso il capo dipartimento Giovanni Biondi, e in una nota il Miur assicura che «saranno adottati i provvedimenti necessari per garantire il funzionamento della scuola e offrire le maggiori occasioni d'impiego ai docenti». «Invece di proporre rattoppi peggiori del male – ribatte a stretto giro dal Pd Manuela Ghizzoni – il ministero prenda atto del grave errore e della sonora bocciatura», mentre altri esponenti democratici invocano le dimissioni del ministro Gelmini per i «danni incalcolabili inferti dalla sua azione alla scuola».
Gli ingredienti del pasticcio ci sono tutti, ma sono bipartisan. Tutto nasce da una valanga di ricorsi (15mila secondo l'Anief, il sindacato che li ha promossi) da parte di insegnanti, che si erano visti dare ragione nella richiesta di annullamento del loro inserimento in coda alle graduatorie e si erano rivolti di nuovo ai giudici amministrativi per chiedere l'esecuzione della sentenza precedente. Piccolo particolare, il decreto che prevedeva l'inserimento in coda è del 16 marzo 2007, quando al ministero dell'Istruzione siedeva Giuseppe Fioroni e a Palazzo Chigi c'era Romano Prodi. Proprio nel tentativo di blindare quella regola, il salva-precari del 2009 (governo Berlusconi) ha introdotto una norma di interpretazione autentica, con valore retroattivo, per fissare un doppio binario: nelle graduatorie 2009/2011 chi si sposta viene inserito in coda, in quelle successive gli inserimenti avvengono «a pettine», cioè tenendo conto dei punteggi di ciascuno.