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Questo articolo è stato pubblicato il 11 febbraio 2011 alle ore 09:35.
MILANO - «Ho ricevuto conferma che dobbiamo effettuare il trasferimento poiché il cliente ha saputo dal direttore della banca che la segnalazione obbligatoria alla Banca d'Italia non avrebbe indicato che questi fondi provengono da riciclaggio. Mi domando se il direttore sia al corrente dell'ammenda che il suo cliente rischia per evasione fiscale». Le indagini sulla "lista Falciani" sono a un punto di svolta. E ora messaggi come questo – scritto da un allarmato gestore della Hsbc Private Bank di Ginevra – potrebbero presto finire nelle mani della magistratura italiana.
Il procuratore della Repubblica di Torino, Giancarlo Caselli, e il procuratore aggiunto Alberto Perduca hanno chiesto alle autorità francesi una copia dell'intero archivio informatico sequestrato due anni fa all'ex dipendente della Hsbc, Hervé Falciani. La rogatoria internazionale è già arrivata sul tavolo del procuratore generale della Repubblica di Parigi, Jean-Claude Marin, che ora dovrà decidere se consegnare agli inquirenti italiani tutta la documentazione informatica. È un punto cruciale dell'intera inchiesta. Se la risposta sarà positiva, la procura di Torino metterà le mani su un'enorme quantità di informazioni. Milioni di dati riservati, in pratica tre anni di vita della Hsbc, la più grande banca del mondo, finiranno sotto la lente dei magistrati italiani.
Nei file sequestrati a Falciani due anni fa dalle autorità francesi non ci sono soltanto gli elenchi dei clienti della filiale ginevrina della Hsbc. Oltre settemila di loro sono italiani e sono attualmente al setaccio della Guardia di Finanza e di 151 procure.
In quei file, in verità, c'è tantissimo di più. Ci sono innanzitutto 60mila visiting report, come quello del gestore che si lamenta per i rischi che un direttore di banca italiano fa correre a una sua facoltosa cliente. C'è la mappa delle società off-shore dei correntisti della Hsbc, disseminate nei paradisi fiscali di tutto il mondo. C'è la fotografia dei trust e delle fondazioni spesso utilizzate per rendere difficile la tracciabilità del denaro. Ci sono gli elenchi dei conti dormienti. Ci sono i flussi di miliardi di euro di denaro che si spostano zigzagando da una parte all'altra del globo. E ci sono tracce ed elementi che potrebbero offrire spunti di indagine alla procura di Torino, interessata a individuare eventuali reati di riciclaggio.