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Questo articolo è stato pubblicato il 16 febbraio 2011 alle ore 11:38.
Disco verde dal Senato al decreto milleproroghe, che passa ora alla Camera per il via libera definitivo. L'aula di Palazzo Madama ha approvato la fiducia con 158 sì, 136 no e 4 astenuti. A favore dell'esecutivo hanno votato Pdl e Lega, contro Pd, Idv, Udc e Mpa. Fli ha votato in ordine sparso. Il termine per la conversione in legge del provvedimento scade il 27 febbraio. Intanto dal capigruppo di Montecitorio è arrivata la calendarizzazione del milleproroghe alla Camera: l'aula della Camera inizierà martedì 22 febbraio la discussione generale sul provvedimento.
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Il provvedimento si muove a tutto campo, infarcito di misure che interessano il mondo della finanza e delle banche, i precari, l'Abruzzo, la social card, i comuni. Non mancano sanatorie, come quella sui manifesti elettorali abusivi e, in un altro campo, quella che prevede lo stop alle demolizioni degli immobili in Campania realizzati nelle zone protette. Confermata nel maxiemendamento la norma "salva-precari" approvata con un emendamento del Pd: si riaprono i termini, scaduti il 23 gennaio scorso, per impugnare i licenziamenti e per farlo c'é tempo tutto l'anno. Il governo aveva fatto sapere di rimettere mano alla norma, poi ha rinunciato. La Lega é stata accontentata con la proroga per i versamenti delle multe relative alle quote latte e con l'introduzione del vincolo della territorialità nelle graduatorie dei precari della scuola. Macromisure, ma anche micromisure: tre milioni all'Arena di Verona e alla Scala di Milano, più risorse per la navigazione sui laghi del Nord. Il milleproroghe é stato insomma utilizzato come "l'ultimo treno" che forse giungerà alla meta.
Fli si divide sul voto di fiducia
La fiducia al governo sul decreto milleproroghe al Senato ha sfaldato il gruppo del Fli che ha votato in ordine sparso nonostante l'indicazione a votare contro del capogruppo Pasquale Viespoli. Hanno votato contro, infatti, oltre a Viespoli anche Mario Baldassarri, Maurizio Saia e Giuseppe Valditara, si è astenuto Francesco Pontone e non hanno partecipato al voto Giuseppe Menardi (che ha dichiarato il suo dissenso in Aula), Maria Ida Germontani, Egidio Digilio, Candido De Angelis e Barbara Contini. (Cl.T.)