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Norme e Tributi Lavoro

Appeal ridotto per la sostenibilità

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Questo articolo è stato pubblicato il 18 febbraio 2011 alle ore 07:40.

«La sicurezza del lavoro e il rispetto dell'ambiente per le aziende italiane quotate non sono fattori strategici su cui puntare». È la constatazione di Chiara Mio, presidente della Commissione consulenza aziendale del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti ed esperti contabili, che ha analizzato le relazioni sulla gestione del bilancio 2009 di 50 aziende quotate, su un totale di 390 (dati al 25 febbraio 2010), cercando informazioni strategiche su personale e ambiente.

Di "Informativa sulla sostenibilità" parla il decreto legislativo 32/2007, che lascia, però, ampi margini di discrezionalità sui dati da riportare in materia di sostenibilità ambientale. Un'interpretazione più stringente, con una griglia di informazioni "necessarie" è stata poi fornita dai dottori commercialisti con le linee guida pubblicate del 2009, otto i dati obbligatori richiesti, quattro sul lavoro e quattro sull'ambiente (si veda la tabella).

La ricerca pubblicata in questi giorni è andata a verificare la presenza di queste informazioni nelle relazioni di bilancio. Di 50 aziende analizzate solo Eni, Terna ed Esprinet danno conto di almeno cinque delle otto informazioni ritenute essenziali, sono invece 34 quelle che non forniscono alcuna indicazione di base su personale e ambiente. Va un po' meglio sul fronte delle informazioni "volontarie" , tra cui rientrano strategie, investimenti e certificazioni ambientali, dove solo 13 aziende fanno scena muta. Il risultato finale è che l'informativa su lavoro e ambiente nel 22% dei casi manca del tutto, nel 46% c'è ma è insufficiente, nel 16% è migliorabile e solo nel 16% è esauriente. Le otto promosse sono Acvegas - Aps, Eni, Esprinet, Fastweb, Il Sole 24 Ore, Mediterranea Acque, Snam Retegas e Telecom.

Per Giovanni Parente, consigliere delegato della commissione, il risultato è «molto al di sotto delle aspettative. Quando abbiamo avviato questo progetto - racconta - mi aspettavo che almeno il 50% delle aziende analizzate fornisse dati chiari e completi. Il bilancio non è più una serie di numeri, alcune informazioni valgono molto più delle cifre e devono essere fornite con molta trasparenza». Anche se la loro assenza non comporta sanzioni, visto che la Consob chiarisce che «l'informativa sulla sostenibilità non rientra nel suo focus di attenzione».

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