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Norme e Tributi Lavoro

La festa nazionale si compensa

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Questo articolo è stato pubblicato il 20 febbraio 2011 alle ore 08:16.


Giuseppe Maccarone
Le celebrazioni del 150° anniversario dell'unità d'Italia regalano ai cittadini un giorno di festa ma solo per quest'anno. Il 17 marzo, scuole e uffici resteranno chiusi. Alla giornata si applicheranno le regole stabilite per le altre festività dalla legge 260/49. Lo ha disposto il Consiglio dei ministri, con un decreto legge che, per evitare nuovi costi, ha anche previsto che il giorno di riposo sostituisca la festività soppressa del 4 novembre (si veda «Il Sole 24 Ore» di ieri). Quest'ultima era, a sua volta, una festività infrasettimanale che, durante l'austerity, la legge 54/77 spostò alla prima domenica del mese. Per effetto di questa modifica, al 4 novembre si applicano le disposizioni previste per le festività che cadono di domenica. Questo comporta che i lavoratori, a fronte della mancata possibilità di usufruirne, hanno diritto a ricevere un giorno di retribuzione in più, in aggiunta al normale stipendio mensile. Il decreto legge, approvato venerdì, dispone che per il solo 2011 «gli effetti economici e gli istituti giuridici e contrattuali previsti per il 4 novembre, si applicano» - in sostituzione - «alla nuova festa nazionale».
I lavoratori, dunque, nel mese di novembre 2011 non riceveranno, nella busta paga, il pagamento di una giornata in aggiunta alla normale retribuzione. Per compensare, faranno festa il 17 marzo e coloro che sono retribuiti in misura fissa, riceveranno sempre lo stesso stipendio; mentre chi viene retribuito sulla base delle ore di lavoro effettivamente prestate, avrà diritto - per la festività - alla normale retribuzione globale di fatto giornaliera, comprensiva di tutti gli altri elementi accessori, in misura pari ad 1/6 dell'orario settimanale di lavoro.
Il provvedimento introduce, però, uno stop alla produzione (assente per la festività cadente di domenica) che, nella più positiva delle ipotesi, sarà di un giorno ma potrebbe anche aumentare in considerazione del fatto che il 17 marzo cadrà di giovedì e molti potrebbero essere attratti dalla possibilità di realizzare un "ponte lungo", inserendovi un giorno di ferie o di riposo.

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Tags Correlati: Confindustria | Consiglio dei Ministri | Corte di Cassazione | Salari e stipendi

 

Oltre a questo si deve, inoltre, rilevare che vi sono delle attività per cui lo stop non è possibile e molti dipendenti dovranno lavorare. La loro attività, in genere di tipo normale, si trasformerà in una prestazione lavorativa festiva che obbligherà il datore di lavoro a erogare le maggiorazioni previste contrattualmente. Se, poi, il lavoratore - in quella giornata - effettuerà anche straordinario, il costo aumenterà ulteriormente. Dal punto di vista operativo, si dovrà inserire il 17 marzo nell'elenco delle festività memorizzate nella procedura paghe, per trattarlo come tale oltre che ai fini retributivi, anche per la corretta stampa nella sezione presenze del libro unico del lavoro.
Sempre in tema di festività, nel 2011 il 25 aprile (anniversario della Liberazione) coinciderà con il lunedì dell'Angelo. Sull'argomento è intervenuta la Confindustria, con nota del 28 gennaio, ricordando che la normativa (articolo 5, legge 260/49) - quando le festività nazionali (2 giugno - 25 aprile - 1° maggio) cadono di domenica - prevede il pagamento ai lavoratori retribuiti in misura fissa di un'ulteriore quota di retribuzione giornaliera. Se, invece, ricorda viale dell'Astronomia, due festività coincidono, allora trova applicazione la legge 90/54 che estende le regole per le festività che cadono di domenica anche a quelle coincidenti con un'altra festività. Il 25 aprile, dunque, i lavoratori beneficeranno della festività e riceveranno anche una parte di retribuzione aggiuntiva.
Infine, Confindustria ricorda che, la Cassazione (sentenza 2369/04) ha ritenuto impossibile differenziare chi è retribuito in misura fissa, da chi, invece, riceve il compenso sulla base di diversi parametri. Ne deriva che a tutti i lavoratori va riservato lo stesso trattamento.
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