Storia dell'articolo

Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 10 dicembre 2011 alle ore 09:31.

My24

Gli immobili d'impresa sono pesantemente colpiti dalla manovra Monti. Rispetto all'operazione di riequilibrio della tassazione, che era stata progettata con la versione originaria della Res, la situazione attuale vede infatti un ulteriore aggravio derivante dalla rivalutazione del coefficiente di moltiplicazione (che passa da 50 a 60). La specificità di questi fabbricati, occorre ribadirlo, è che per essi l'Imu si somma alle imposte sui redditi, e non le sostituisce. L'imposta municipale, infatti, "assorbe" l'Irpef sui redditi fondiari dei fabbricati non locati, il che significa che restano fuori sia i fabbricati delle imprese sia quelli dei soggetti Ires. Alla duplicazione di imposte e all'incremento di base imponibile si aggiunge l'aliquota maggiorata rispetto all'Ici.

Non è di aiuto la possibilità per i Comuni di ridurre l'aliquota di base sino allo 0,4 per cento. In primo luogo, perché si tratta di una mera facoltà. Peserà molto, inoltre, sulla valutazione di opportunità degli enti locali la quota riservata allo Stato, pari alla metà del gettito, calcolato ad aliquota base (0,76%). Ne deriva che se il Comune decide di portare l'aliquota a livello minimo di legge, dovrà destinare all'Erario il 95% del gettito complessivo, relativo ai fabbricati d'impresa. Identica penalizzazione, peraltro, è riservata ai fabbricati locati. Per questi immobili, mentre la norma a regime dell'Imu prevede l'obbligo della riduzione a metà dell'aliquota, la disciplina "sperimentale" si limita a consentire la riduzione sino allo 0,4 per cento. La quota erariale, al contrario, potrebbe spingere verso l'alto le aliquote comunali, obbligando gli enti locali a svolgere sgraditi compiti esattivi a vantaggio dello Stato.

Commenta la notizia

TAG: Ici, Imu

Shopping24

Dai nostri archivi

301 Moved Permanently

Moved Permanently

The document has moved here.