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Questo articolo è stato pubblicato il 21 dicembre 2011 alle ore 07:49.
Per il momento, chi va in una sede Inps per farsi certificare il raggiungimento dei requisiti previdenziali entro il 31 dicembre, e quindi la possibilità di evitare di fare i conti con la riforma Fornero, si sentirà rispondere che la certificazione non è obbligatoria, perché il diritto è comunque «acquisito», e che le modalità per ottenerla saranno decise solo in un secondo momento. L'Inpdap, invece, accoglierà le richieste, ma anche in questo caso le risposte dell'Istituto arriveranno successivamente.
La certificazione prevista dalla manovra (articolo 24, comma 3 del Dl 201/2011) destinata a chi intende far valere il raggiungimento del traguardo previdenziale fissato dalle vecchie regole, insomma, fatica a trovare modelli e procedure definite. Sia Inps che Inpdap si sono mossi subito perché all'indomani del varo del decreto «salva-Italia» si sono ritrovati molte sedi provinciali invase da utenti a caccia della preziosa carta, ma gestire il tutto non è semplice.
L'Inps, in un messaggio diffuso ieri dalla direzione centrale Pensioni, ricorda che per chi raggiunge prima di Capodanno l'età di vecchiaia, le «quote» (somma di età e anni di contributi) per l'anzianità o i 40 anni di contributi la possibilità di andare in pensione con le regole pre-riforma si matura «a prescindere» dalla certificazione, che quindi ha solo «una funzione dichiarativa e non costitutiva del diritto». La stessa precisazione, peraltro perfettamente in linea con il testo della manovra dove si spiega che il lavoratore «può» chiedere la certificazione al proprio ente previdenziale di appartenenza, torna in una nota diffusa nei giorni scorsi dall'Inpdap alle proprie sedi territoriali. L'Istituto di previdenza del pubblico impiego, però, fa un passo in più, e decide di accogliere da subito le istanze presentate dai lavoratori che chiedono la certificazione. Nell'ambito pubblico, del resto, la gestione del problema è relativamente più semplice, dal momento che la richiesta può essere girata direttamente alla Pubblica amministrazione di appartenenza per ricostruire la storia contributiva dell'interessato.
In ogni caso, la modulistica e le istruzioni definitive per chiedere e ottenere il certificato non dovrebbero attendere troppo, dal momento che anche l'Inps promette di illustrare le ricadute operative del decreto «salva-Italia» «non appena completato l'iter di conversione in legge» che dovrebbe concludersi a Palazzo Madama fra domani e venerdì.
Il problema, per il momento, è soprattutto dei molti lavoratori incerti sulla possibilità effettiva di dribblare la riforma previdenziale. L'incertezza non deriva dalla certificazione, che può essere richiesta anche dopo il cambio d'anno, ma nasce soprattutto dall'obbligo di ricostruire storie previdenziali che non sono sempre lineari, e che devono fare i conti con una normativa rivista più volte negli ultimi anni.
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