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Questo articolo è stato pubblicato il 21 dicembre 2011 alle ore 07:48.

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«Se raggiungete i vecchi requisiti previdenziali entro fine anno potete dribblare le nuove regole, e potete anche farvi certificare la situazione dal vostro ente». Mentre alzava i parametri per ottenere la pensione, la riforma ha introdotto una clausola di garanzia per chi si trova a un passo dall'uscita: in questo quadro, la «certificazione» dei requisiti è stata pensata come una sicurezza in più.

L'ansia, che sempre accompagna le riforme previdenziali, rischia però di trasformare la «certificazione» in un nuovo motivo di agitazione, perché in questi giorni sono stati molti gli aspiranti pensionati che hanno invaso gli uffici degli enti previdenziali ma non hanno ottenuto il certificato. Inps e altri istituti, infatti, si sono trovati da un giorno con l'altro a dover gestire un'ondata di domande non preventivate, senza ovviamente avere tutti gli strumenti necessari (il decreto, per esempio, non è ancora convertito in legge). Di qui le due strategie, parzialmente diverse, messe in campo dagli enti maggiori: l'Inps chiede ai suoi sul territorio di rassicurare tutti chiarendo che la certificazione è solo «dichiarativa», nel senso che il diritto c'è anche senza il foglio di carta, mentre l'Inpdap, dopo aver fatto la stessa precisazione, decide comunque di raccogliere da subito le istanze, a cui sarà data risposta dopo la definizione della procedura.

Dettagli a parte, è utile che subito dopo l'arrivo del decreto legge al traguardo dell'approvazione parlamentare si faccia chiarezza nel più breve tempo possibile, e si sia in grado di dare in fretta le risposte chieste dagli utenti. Anche perché non per tutti è facile ricostruire da soli storie contributive nate negli anni 70, e non sempre ancorate a percorsi lineari.

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