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Questo articolo è stato pubblicato il 30 aprile 2012 alle ore 06:48.

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È quindi fondamentale che il modello organizzativo non solo sia stato redatto e contempli tutte le procedure per prevenire quel determinato reato, ma anche che sia stato concretamente applicato e, se necessario, aggiornato alla luce delle modifiche dell'organizzazione aziendale e della normativa. È necessario poi che le procedure siano oggetto di momenti di formazione organizzati all'interno del l'azienda e aperti a tutti e che, infine, sul sistema preventivo vigili un organismo di vigilanza ad hoc.
Se gli adempimenti fossero carenti, le misure potrebbero essere ritenute non idonee a prevenire il reato commesso: scatterebbe così la responsabilità amministrativa della società. La Guardia di finanza evidenzia infatti che la carenza è sintomatica di una «colpa in organizzazione» dell'ente, con la conseguenza che dovrà essere acquisito ogni elemento probatorio utile per consentire al giudice una valutazione sull'idoneità e la congruenza dei modelli in chiave di prevenzione del reato, da verificare in concreto, senza che a essi si possa a priori attribuire efficacia scusante.
Dal punto di vista della difesa occorre tenere presente che le norme non impongono al modello di annullare il rischio dei reati. Piuttosto, il modello deve tenere sotto controllo questo rischio: deve quindi possedere i requisiti di efficienza, praticabilità e funzionalità, in grado di disinnescare le fonti di rischio.
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Le strategie
IL REATO DELL'AD
L'ILLECITO DEL «SUBORDINATO»
LA CONTROLLATA DALL'ESTERO
LA GRANDE IMPRESA
IL MODELLO- FOTOCOPIA
LA CONTESTAZIONE
L'amministratore delegato ha commesso il reato di corruzione, da cui ha tratto beneficio anche l'impresa. Benché esista un modello organizzativo che contempla i reati contro la Pa, viene chiesta l'applicazione delle sanzioni del decreto legislativo 231/2001
Un dirigente dell'azienda che non ha funzioni apicali commette il reato di corruzione, da cui trae beneficio anche la società.
All'azienda viene contestata la violazione del decreto 231/2001, nonostante esista il modello organizzativo
Il dirigente di una società italiana controllata da una società straniera commette un reato che comporta anche la responsabilità amministrativa dell'ente. La società invoca l'adozione del modello predisposto dalla capogruppo estera per escludere le sanzioni del decreto
Viene commesso un reato per il quale scatta anche la responsabilità della società. Il modello organizzativo viene ritenuto non idoneo perché non ha una struttura adeguata per le dimensioni dell'impresa. All'ente viene quindi irrogata una sanzione amministrativa
Viene contestata la sanzione amministrativa a un'impresa il cui dirigente ha commesso un reato per il quale è prevista anche la responsabilità dell'ente. Il modello organizzativo è giudicato non idoneo perché identico al facsimile proposto da un'associazione di categoria
COME PREVENIRE
Occorre provare di aver adottato e attuato il modello e di averne affidato la vigilanza e l'aggiornamento a un organismo con poteri autonomi. Inoltre, occorre provare che i modelli sono stati elusi in modo fraudolento e che non è mancata il controllo dell'organismo autonomo
Il modello deve essere coerente con la natura e le dimensioni della struttura organizzativa e con l'attività svolta. In fase difensiva occorre provare che l'applicazione del modello ha tenuto conto delle dimensioni aziendali in termini di divulgazione e formazione
Occorre dimostrare che la società si è dotata di un idoneo modello organizzativo, che, applicato in modo corretto, ha un'efficacia esimente quasi automatica per i "sottoposti", dato che occupano una posizione più bassa rispetto ai soggetti cui normalmente il modello si rivolge
I modelli organizzativi adottati in base a leggi estere hanno efficacia esimente se rispondono ai requisiti previsti dalla normativa italiana. La società deve quindi dimostrare che, anche se redatto in base all'ordinamento estero, il modello è conforme al decreto 231/2001
L'ente è del tutto libero nel predisporre il modello. Occorre tuttavia che vengano realizzati protocolli originali, aderenti alla singola realtà organizzativa: affinché il modello sia efficace, è necessario che venga progettato, secondo un approccio "sartoriale" per l'ente dove si applicherà