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Questo articolo è stato pubblicato il 11 maggio 2010 alle ore 13:18.
L'ultima modifica è del 12 maggio 2010 alle ore 15:15.
Ancora una volta la scelta dei tempi mediatici è stata perfetta. Mentre Karzai volava a Washington per difficili e tesi colloqui con Barack Obama i talebani hanno annunciato l'inizio dell'offensiva di primavera contro «gli Usa occupanti, il personale militare della Nato, i consulenti stranieri, le spie che si fingono diplomatici stranieri e i membri del governo-fantoccio di Karzai».
Operazione vittoria. I miliziani dell'Emirato Islamico dell'Afghanistan hanno infatti lanciato l'operazione al-Faath (vittoria) «perché il Jihad è l'unico mezzo per raggiungere la meta,m il ritiro ed immediato e senza condizioni di tutte le forze straniere dall'Afghanistan. Al-Faath implicherà operazioni di guerriglia, azioni in diverse città, blocco di strade verso i centri militari, uso di ordigni esplosivi, assassinio di funzionari del governo, cattura di invasori stranieri e uso di attentatori suicidi».
Timori per le aziende straniere. Il comunicato raccomanda alle ditte straniere impegnate in lavori infrastrutturali di sospenderli e agli investitori esteri che appoggiano gli interessi degli americani di cessare la loro attività. E conclude chiedendo «ai coraggiosi mujaheddin di fare attenzione alla vita e alla proprietà della gente e di fare ogni sforzo per proteggerli durante le operazioni. L'annuncio dell'offensiva di primavera, divenuto consueto negli ultimi tre anni, punta anche a bilanciare l'impatto delle operazioni preannunciate ormai con cadenza regolare dalle forze della Nato. Evidenti gli obiettivi mediatici e propagandistici dei talebani che puntano a mostrare ampie capacità di coordinamento e di azione militare asimmetrica (con le tattiche tipiche di guerriglia e terrorismo) ma al tempo stesso cercano di accreditarsi come vero esercito che rispetta la popolazione. Ambizioni che sul campo di battaglia cozzano però con le ridotte capacità dei miliziani di effettuare azioni ad ampio respiro rese impossibili dal dominio dei cieli da parte delle forze alleate che dispongono anche di un maggiore volume di fuoco.
Incremento dei kamikaze. Per questo il comando militare alleato a Kabul considera probabile che al-Faath si sviluppi con un incremento delle spettacolari incursioni kamikaze a Kabul, Kandahar e negli altri principali centri abitati afghani mentre nelle province meridionali (soprattutto a Helmand ) e orientali potrebbe subire un'impennata l'impiego di ordigni improvvisati lungo le strade e le imboscate. Un recente rapporto del Pentagono ha evidenziato negli ultimi sei mesi un aumento degli attacchi talebani del 90% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso e un incremento degli attentati con ordigni improvvisati del 240 per cento. A Washington, nell'ultimo consiglio di guerra tenutosi alla Casa Bianca il 6 maggio, il generale Stanley McChrystal ha comunicato progressi "lenti ma costanti" ma ha previsto un prossimo aumento di violenti combattimenti con l'arrivo dell'ultima tranche di rinforzi statunitensi e alleati che tra giugno a ottobre verranno schierati in Afghanistan.