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Questo articolo è stato pubblicato il 19 maggio 2010 alle ore 21:54.
L'ultima modifica è del 20 maggio 2010 alle ore 14:31.
Un taglio degli stipendi dei politici tra il 10 e il 15%. È la cifra, apprende Radiocor, su cui ragiona il Tesoro per un primo intervento sugli stipendi dei ministri, nell'ambito della manovra 2011-2012: intervento che ieri il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti ha definito "aperitivo". L'intenzione di procedere in questo senso è stata annunciata oggi anche dai presidenti di Camera e Senato. Per il resto, restano in piedi le ipotesi di decurtare le indennità dei manager pubblici, fino al 10%, mentre perdono di significato dal punto di vista dei risparmi conseguibili, il taglio sugli stipendi dei magistrati e un intervento di razionalizzazione forte sulle auto blu.
Quanto all'ipotesi di rendere più selettive le progressioni automatiche dei salari di tutto il pubblico impiego, i tecnici stanno valutando eventuali profili di incostituzionalità. Nel menù di risparmi dalla Pubblica Amministrazione, che sono valutati nell'ordine di 4 o 5 miliardi, resistono la riduzione delle finestre per le pensioni di anzianità, il rafforzamento dei controlli sui falsi invalidi, la moratoria sul rinnovo dei contratti pubblici. Nuova stretta sugli Enti locali.
Sui costi della politica, Tremonti incontra la piena disponibilità dei Comuni: il presidente dell'Anci, Sergio Chiamparino, propone di insediare un gran giurì che in tre mesi elabori una soluzione concreta "per rimodulare tutte le indennità dei componenti delle assemblee elettive". Ma l'approvazione della manovra, al momento, è prevista per la seconda settimana di giugno e il ministro vorrebbe persino accelerare per dare un segnale di stabilità ai mercati.
Berlusconi ottimista, niente tagli alle tasse. Diversi segnali «mi inducono a guardare non con eccessivo pessimismo, ma anzi con ottimismo» all'attuale situazione economica. In una conferenza stampa congiunta con il leader egiziano Hosni Mubarak, Silvio Berlusconi coglie l'occasione per tornare a parlare della crisi. Il premier si dice dunque «ottimista» sul futuro anche se, è il ragionamento, la crisi che ha colpito l'economia mondiale, deve indurre al realismo. Ora, dice chiaramente Berlusconi, «non è possibile un taglio delle tasse». L'obiettivo, quello della riduzione della pressione fiscale, caro allo stesso Cavaliere e tra i primi punti del programma di governo, resta comunque in agenda. Ma, avverte, «sarebbe una presunzione fissare ora delle date sul calendario».