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Questo articolo è stato pubblicato il 26 maggio 2010 alle ore 19:03.
Authority a caccia di indipendenza. Sembrerebbe un controsenso, visto che il presupposto principale della loro esistenza è appunto l'assoluta autonomia (dalle imprese ma anche dalla politica) nell'attività di regolazione dei mercati. A chiedere a gran voce più solide e più definite garanzie di indipendenza è proprio un uomo chiave delle nostre authority: Alessandro Ortis, presidente dell'organismo che vigila sul mercato dell'energia.
Rilievi ma anche proposte quelle formulate da Ortis in un'audizione alla Commissione affari costituzionali della Camera, che sta appunto scrutando lo stato di salute delle autorità indipendenti.
Ortis è prudente nella forma ma molto determinato nella sostanza. Non mancano - osserva - le «sovrapposizioni di competenze» tra Governo e autorità. Un modo carino per dire che non sempre si lavora con la necessaria autonomia. Cosa che «renderebbe opportuno – propone - un intervento del legislatore, anche eventualmente di natura costituzionale».
Nell'aggiornamento della nostra Carta le ancor giovani authority devono insomma avere un esplicito riconoscimento, con poteri più precisi e massima tutela dalle intrusioni. Come del resto raccomanda caldamente l'Unione europea, che richiama gli Stati - fa osservare Ortis - a provvedere perché le Authority «possono prendere decisioni autonome, in maniera indipendente da qualsiasi organo politico» anche grazie a «dotazioni di bilancio annuali separate» e a un'organizzazione e reclutamento del personale da gestire in piena autonomia.
Garanzie da rafforzare fin dai criteri di nomina dei massimi capi, auspica Ortis, che insieme all'unico commissario in servizio, Tullio Fanelli, vedrà scadere il suo mandato il 15 dicembre (i giochi di mediazione tra le forze politiche hanno finora congelato la nomina degli altri tre commissari).
Il futuro collegio? Per il Presidente e i commissari sia garantita «l'alta e riconosciuta professionalità e competenza nel settore» con una procedura più "trasparente" per l'esame delle candidature. Rendendo pubblico ad esempio l'intero processo, i profili dei candidati e le loro consultazioni.
Quanto all'autonomia economico-finanziaria e organizzativa Ortis non si lamenta troppo di quel che accade nella sua Authority, che in effetti è quella che gode di un regime più vicino agli auspici: pieno autofinanziamento con un contributo fisso degli operatori, e impiego delle multe rigorosamente per finanziare iniziative a tutela dei consumatori, così da evitare ogni possibile conflitto di interessi. Una buona soluzione, che Ortis propone di estendere a tutte le altre autorità.