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Il Real annuncia l'era Mou ma manca il sì dell'Inter

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Questo articolo è stato pubblicato il 27 maggio 2010 alle ore 13:24.

Questa volta Massimo Moratti, il presidente gentiluomo non vuole cedere nemmeno un euro. Non per consentire a Josè Mourinho di approdare al Real Madrid di Florentino Perez senza colpo ferire. La clausola di rescissione da 16 milioni di euro che lega ancora lo Special One ai nerazzurri è il dettaglio tutt'altro che trascurabile di un matrimonio che ieri è già stato ufficializzato sulla sponda madridista. Infatti, dopo una riunione con la giunta direttiva del Real, Perez ha annunciato alla stampa spagnola la fine, con un anno d'anticipo, dell'avventura di Manuel Pellegrini sulla panchina delle "merengues" e la sua sostituzione con Special One, «una volta che avrà risolto la sua situazione contrattuale con l'Inter».

Sì perchè Perez ha comunque specificato di non voler entrare tra gli accordi contrattuali tra Inter e Mourinho, il quale, in compagnia del suo procuratore Jorge Mendes, continua a lavorare per svincolarsi dalla società nerazzurra e ieri in quest'ottica ha incontrato il vicepresidente e tesoriere dell'Inter Rinaldo Ghelfi. Mou, in ogni caso, considera «impossibile» restare a Milano. Perez, da parte sua, dice che si tratta di un «un problema di interpretazione di un contratto e noi possiamo fare poco a riguardo». Mourinho, avendo vinto la Champions League, ritiene infatti di potersi liberare senza versare un euro alla società nerazzurra, mentre invece Moratti i soldi li vuole e il Real non ha intenzione di versarli. «Vogliamo scommettere su uno dei migliori tecnici del mondo se non il migliore e crediamo che questo sia il momento giusto per farlo», ha però rimarcato Perez, a cui preme particolarmente il fatto che Special One sia l'unico allenatore ad essere riuscito a fermare il Barcellona di Guardiola.

E oggi, mentre la stampa spagnola rilancia la possibilità che si superino rapidamente i problemi contrattuali, Mourinho, dalle colonne del quotidiano sportivo "As", si dice certo di diventare il nuovo allenatore del Madrid e sicuro che il suo Real «sarà una squadra equilibrata, una squadra che gioca per vincere, consapevole delle proprie virtù e dei suoi difetti, un blocco compatto che deve giocare bene per vincere. Avremo la nostra identità, non imiteremo nessun altra squadra». Mourinho assicura che non avrà problemi a lavorare con il direttore generale Valdano, esclude dal gruppo Guti, non dimentica Raul, ma avverte che «nell'Inter Materazzi era felice per aver giocato un minuto nella finale di Champions League, Cordoba era contento pur senza giocare, un professionista di 36 anni non può pretendere di essere titolare ad ogni gara: di Maldini e Zanetti ce ne sono pochi».

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Tags Correlati: Barcellona | Cristiano Ronaldo | Florentino Perez | Guti | Inter | Jorge Mendes | Josè Mourinho | Madrid | Manuel Pellegrini | Real | Rinaldo Ghelfi | Sport | Zanetti

 

Sicuro di poter recuperare Kakà e di convincere il brasiliano, Higuain e Cristiano Ronaldo a «sacrificarsi per la squadra», Mourinho chiarisce che il suo obiettivo è «vincere la Liga, perchè nessun giocatore e nessun tecnico ha vinto il campionato inglese, italiano e spagnolo, mi piacerebbe essere il primo a farlo e anche il primo a vincere la Champions League con tre squadre diverse. Vorrei anche fare di un ragazzo della "cantera" (l vivavio , ndr) una stella. Ho grandi motivazioni, ma non perderò la mia umiltà». Parola di Special One. (M. Do.)

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