Storia dell'articolo
Chiudi
Questo articolo è stato pubblicato il 02 giugno 2010 alle ore 18:31.
Cadono le teste di serie a Parigi. Una dopo l'altra, con un ritmo costante, quasi studiato. Soltanto ieri si era consumata la vendetta di Robin Soderling, sconfitto senza pietà nella finale dell'anno scorso da Roger Federer, e capace a 12 mesi di distanza di ricambiare il favore al numero uno. E oggi, puntale, ecco un'altra vittima eccellente: Serena Williams. Dopo il re, insomma, se ne torna a casa anche la regina del tennis.
Eppure la vittoria di Samantha Stosur sulla numero uno del ranking pur essendo una sorpresa, non arriva come un fulmine a ciel sereno. Non sulla terra, la superficie meno amata dalle "Sisters", anche dalla più giovane che, proprio a Parigi, un titolo riuscì ad agguantarlo nel lontano 2002. Uno solo, però, in tutta la carriera. Contro cinque Australian Open, tre Us Open e tre Wimbledon. Qualcosa vorrà dire…
In effetti, pur essendo una delle più grandi tenniste di sempre (con 12 Slam all'attivo), Serena non si sente a suo agio sul rosso. Lo si vede da come si muove, da come colpisce la palla, da come imposta i match anche tatticamente. È un problema comune a molti giocatori americani, uomini e donne.
Per contro la Stosur, dotata di un meraviglioso tennis d'attacco, aveva già dimostrato 12 mesi fa, arrivando da outsider alle semifinali del Roland Garros, di saper giocare bene su questa superficie. Galvanizzata dalla splendida vittoria su Justine Henin, contro la Williams è partita benissimo. Con il suo tennis pulito, fatto di un gran servizio e un ottimo gioco di volo, l'australiana ha dominato il primo set chiudendo con un secco 6/2 mentre Serena, fallosa e poco lucida, non riusciva ad approfittare della porzione di campo che l'avversaria lasciava spesso sguarnita per scagliare il potente dritto anomalo.
Nella seconda frazione, però, l'americana ha incominciato a lottare, recuperando da 3/5 e riuscendo, alla fine, a portarsi a casa il set al tie-break. La partita decisiva è stata allora un vero, grande spettacolo, una lotta senza quartiere durata ben 14 game, con la Stosur che è riuscita a spuntarla 8/6, dopo 2 ore e 24 di gioco in quella che è stata, almeno fino ad ora, la più bella partita del singolare femminile del torneo.
L'altro quarto di finale, decisamente meno emozionante, ha visto Jelena Jankovic chiudere in due set, anche se piuttosto tirati contro Yaroslava Shvedova. La russa, che pure aveva iniziato entrambe le frazioni guadagnandosi un break, non è riuscita a dare continuità al suo gioco, finendo per perdere 7/5, 6/4, senza mai sembrare in grado di ribaltare il pronostico.