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Questo articolo è stato pubblicato il 03 giugno 2010 alle ore 18:20.
C'è un clima avvelenato in Turchia mentre si celebrano i funerali delle nove vittime del raid israliano alla nave turca Mavi Marmara che tentava di portare aiuti a Gaza. In questo clima intossicato di radicalismo e ostilità all'Occidente dove i funerali delle vittime sono stati trasmessi in diretta tv anche nei paesi arabi e in Iran dalla Press tv e il presidente della Repubblica turca Abdullah Gul ha detto che i «rapporti con Israele non saranno mai più gli stessi» è giunta la notizia terribile dell'uccisione ad Iskenderun di monsignor Padovese, vicario apostolico dell'Anatolia.
Era stato proprio lui, Monsignor Padovese, come vicario apostolico dell'Anatolia e presidente della Conferenza episcopale turca ad accogliere Papa Benedetto XVI in Turchia, nello storico viaggio del 2006 dove il pontefice per la prima volta visitò Ankara, la casa di Maria a Efeso e poi la dimora di papa Roncalli e la Moschea Blu a Istanbul. Un viaggio di riconciliazione dopo il duro discorso di Ratisbona sulla violenza nell'Islam. Un viaggio di pace, come era nello spirito di monsignor Padovese. E fu sempre lui a celebrare i funerali di Don Andrea Santoro, ucciso a Trebisonda nel febbraio 2006 per mano di una fanatico nazionalista.
Ma Monsignor Padovese non aveva paura: non si tirava mai indietro. Era molto impegnato nell'ecumenismo e nel dialogo con l'Islam, come anche nel far rivivere le diverse e sparute comunità cristiane turche dell'Anatolia. Proprio ieri aveva incontrato le autorità turche per affrontare i problemi legati alle minoranze cristiane e domani sarebbe andato a Cipro, per incontrare Benedetto XVI, in viaggio sull'isola divisa in due dal 1974 dopo l'invasione turca per pubblicare l'Instrumentum Laboris del Sinodo per le Chiese del Medio Oriente.
Grande il suo amore per il paese della Mezzaluna in cui esercitava il vicariato apostolico, tanto da pubblicare, con Oriano Granella, una «Guida alla Turchia, I luoghi di San Paolo e delle origini cristiane» (edizioni Paoline). Aveva cercato di aprire la Chiesa di San Paolo a Tarso, oggi museo statale, chiedendo ad Ankara nel 2006 di non far pagare il biglietto ai pellegrini cristiani in occasione del bimillenario della nascita del santo. Con scarso successo.