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Questo articolo è stato pubblicato il 07 giugno 2010 alle ore 18:35.
Nasce la seconda cordata nucleare italiana. È formata dalla tedesca Eon e dalla francese Gdf Suez. Potranno aggregarsi anche altre società. Questo pomeriggio una delegazione del vertice italiano delle due società è stata ricevuta dal vicepresidente del consiglio, Gianni Letta, al quale è stato presentato un protocollo d'intesa firmato dalle due aziende.
Il protocollo d'intenti prevede la costituzione di una società mista con quote paritetiche del 50% l'uno per sviluppare in Italia i progetti atomici.
«La società mista sarà aperta alle collaborazioni possibili», specifica Aldo Chiarini, direttore generale della GdF Suez Energia Italia. In particolare le due società hanno deciso di accettare le candidature eventuali di utility e grandi consumatori.
Potrebbero partecipare al gruppo anche A2A, Ansaldo Energia (portatrice della tecnologia del reattore statunitense Ap1000 della Westinghouse), Saipem (Eni) con il ruolo di general contractor e la Cassa depositi e prestiti come partner finanziario.
Entrambe le società hanno centrali nucleari: per esempio la Gaz de France, attraverso la controllata belga Electrabel, ha sette impianti con le diverse tecnologie, ma quella più consolidata è quella ad acqua pressurizzata. Inoltre la società partecipa al 33% nel progetto di costruzione di un nuovo Epr a Tricastin, in Francia, la stessa tecnologia adottata dall'intesa tra l'Enel e la francese EdF.
L'ordine di investimenti non è definito. Dipende dal numero di centrali che sarà possibile costruire. Su un'ipotesi di sei o sette centrali di taglia media (o, in alternativa di quattro centrali atomiche di taglia grande), il nuovo raggruppamento potrebbe realizzarne due o tre, non di più. Il costo di ogni impianto è nell'ordine dei 3-5 miliardi di euro, secondo le esperienze in via di realizzazione all'estero.