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Per Pecorella (Pdl) il ddl intercettazioni sarà modificato

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Questo articolo è stato pubblicato il 13 giugno 2010 alle ore 15:25.

Il ddl sulle intercettazioni sarà modificato nel passaggio alla Camera. A dirlo è Gaetano Pecorella, deputato del Pdl e avvocato del premier Silvio Berlusconi. «Una legge va fatta con la testa e non con la rivoltella», dice in un'intervista alla Stampa. Per Pecorella sono tre i punti su cui cercare un aggiustamento, equilibrando meglio temi costituzionali della privacy, della giustizia e della libertà di stampa. Senza modificare il cuore del provvedimento, ma superando le obiezioni ragionevoli dei giornali, dell'opposizione e del mondo della cultura universitaria. Inserendo l'intervento immediato del giudice per stralciare e secretare le intercettazioni che non riguardano i fatti per cui si procede. Chiarendo meglio quali intercettazioni possono essere pubblicate per riassunto e chi può essere intercettato.

Il Guardasigilli Angelino Alfano è tornato a ribadire la linea della fermezza anche in tema di legge sulle intercettazioni (guarda il video) rispetto alla quale, il presidente della Camera Gianfranco Fini, ha espresso nuove perplessità. «Nessuno può negare che il testo uscito dal Senato ha recepito molte osservazioni di Fini e dei finiani e quando c'è stata la votazione al comitato di presidenza del Pdl, i finiani hanno votato a favore: era l'8 giugno, cinque giorni fa».

Sulle intercettazioni spetta al ministro della Giustizia Alfano «decidere se andare fino infondo sul testo del Senato, o se migliorarlo, evitando problemi successivi sia di applicazione di alcune norme, dice il finiano Italo Bocchino, vicepresidente del gruppo Pdl alla Camera. Gettando acqua sul fuoco, ma annunciando che la minoranza alla Camera «farà il suo dovere di coscienza critica costruttiva del Pdl, lasciando la decisione sul da farsi al ministro competente». E sottolinea che pur avendo votato in ufficio di presidenza la proposta di Alfano, sulla quale soltanto il presidente Berlusconi si è astenuto, «la minoranza continua a far notare alcune incongruenze, senza però mettere in discussione il percorso concordato».

Continua a presentare criticità il testo uscito dal Senato, «come dimostrano le dichiarazioni dell`onorevole Pecorella», sottolinea il deputato del Pdl Andrea Augello, sottosegretario alla Funzione pubblica. Che ci tiene, però, anche a sgombrare il campo da qualsiasi dubbio sulla lealtà del confronto all`interno del Pdl. Augello ricorda che il «dibattito sull`opportunità di apportare alcuni ritocchi si è mosso e continua ad animarsi ben al di là della dialettica tra maggioranza e minoranza del Pdl. E questo dovrebbe incoraggiare qualche riflessione». E si affida, come Bocchino, alla decisione del ministro Alfano.

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Ferma nel suo no al ddl sulle intercettazioni la Fieg. È «un'intimidazione per chi fa informazione», sottolinea il presidente Carlo Malinconico, che denuncia «lo stravolgimento dell'organizzazione dell'impresa nel nostro settore». In particolare Malinconico al Messaggero sottolinea come il provvedimento elimini la distinzione di ruoli tra direttore ed editore, mettendo in evidenza che il ricavato delle forti sanzioni poreviste per gli editori in caso di pubblicazione di intercettazioninon va a risarcire le vittime delle violazioni della privacy. Ma suona soprattutto come intimidazione».

Brunetta definisce il ddl sulle intercettazioni, «una regolazione dell' inaccettabile imbarbarimento della vita pubblica italiana e non solo politica». E attacca la stampa. Quella di oggi, dice il ministro, «non è libertà di stampa ma un imbarbarimento e una regolazione di questo imbarbarimento è positiva». Per lui «si0amo in una guerra per bande giornalistica e di potere di giornali che usano i lettori e li strumentalizzano». Il ddl sulle intercettazioni, quindi, «è un passo in avanti, ma il problema è la qualità e soprattutto la proprietà dei giornali, che sono di gruppi industriali che pensano non a fare giornalismo ma a far progredire i propri interessi».

L'Italia dei valori attacca il ministro sul fronte della pedofilia. Il portavoce del partito, Leoluca Orlando, dice che Alfano avrà sulla sua coscienza ogni minorenne abusato da un pedofilo e ogni violentatore che non potrà più essere intercettato e arrestato. «Il servizio odierno del Tg2 - dice Orlando - dimostra quanto sono importanti sia le intercettazioni sia, in questo caso, le riprese tramite telecamere nascoste messe dagli inquirenti nell'alcova di un pedofilo a Gela, grazie alle quali i poliziotti sono riusciti a salvare un minorenne da un abuso». Orlando attacca la «norma bavaglio» che limita l'uso delle video-cimici. «Perchè limitare questo strumento contro la pedofilia?».

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