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Questo articolo è stato pubblicato il 14 giugno 2010 alle ore 15:57.
«Una gravissima intromissione nella vita privata delle persone mossa da logiche partigiane nella cont rapposizione tra blocchi di potere economici e finanziari, logiche che tendono a beneficiare non già l'azienda come tale ma chi in un dato momento storico ne è il proprietario di controllo». Così il gup di Milano, Mariolina Panasiti, nelle motivazioni dei patteggiamenti nell'ambito dell'inchiesta milanese sui dossier illegali di Telecom. «Le richieste di acquisizione di informazioni e di intrusione informatica - continua il gup - erano attività strettamente pertinenti a scelte aziendali», idonee «a soddisfare ed a corrispondere a specifici interessi delle due società e del gruppo dirigente rappresentato dal presidente Marco Tronchetti Provera e dall'amministratore delegato Carlo Buora».