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Questo articolo è stato pubblicato il 15 giugno 2010 alle ore 09:07.
È stato arrestato all'alba Nicola Schiavone, figlio di «Sandokan», capo del clan dei Casalesi. Lo hanno reso noto fonti della polizia. Nicola, accusato di triplice omicidio, è stato catturato dagli uomini della squadra mobile di Caserta a Casal di Principe. Suo padre Francesco è considerato ancora oggi uno dei leader della camorra e Nicola suo reggente. Secondo l'accusa è lui il mandante dell'omicidio di Francesco Buonanno, Modestino Minutolo e Giovan Battista Papa commesso a Villa di Briano.
Quasi sconosciuto alle cronache giudiziarie, Nicola Schiavone, 32 anni, arrestato questa notte, è considerato l'attuale reggente del clan dei Casalesi. Così come il padre è stato catturato in un bunker, anche se dotato di tutti i confort. Negli ultimi mesi si era reso irreperibile e per questo motivo aveva rinunciato alle visite al genitore rinchiuso nel carcere di Opera dal 28 giugno 2008 in regime di 41bis dopo la condanna all'ergastolo. Schiavone jr, soprannominato ''o barbone', era stato condannato in primo grado nel gennaio scorso a due anni e otto mesi di reclusione per l'intestazione fittizia di beni. La condanna era arrivata dalla prima sezione penale del tribunale di Santa Maria Capua Vetere al termine di una serie di indagini condotte da carabinieri e polizia coordinate dalla Dda di Napoli. In particolare era ritenuto dagli investigatori un socio occulto della rivendita di auto 'Trindent' di Casal di Principe considerata un'attività illecita della cosca camorristica.
Secondo quanto ipotizzato Nicola Schiavone intendeva sottrarre al sequestro e poi alla confisca l'autorivendita che era stata inaugurata nell'aprile del 2003. Le indagini sull'attività dell'autosalone e sulla costituzione della sua società erano state avviate proprio nel 2003 in seguito ad alcune intercettazioni ambientali durante un colloquio tra Francesco Schiavone, detenuto, e due suoi figli, Carmine e lo stesso Nicola.
Al momento dell'irruzione all'interno della villa bunker di via Caprera a Casal di Principe, i poliziotti della squadra mobile di Caserta hanno anche sequestrato alcuni documenti ritenuti "di grande interesse" e attualmente al vaglio degli investigatori.