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Questo articolo è stato pubblicato il 16 giugno 2010 alle ore 08:37.
LONDRA - Sui muri del Bogside non lo cancellerà mai nessuno. L'immagine di un prete che scuote un fazzoletto macchiato, che chiede la tregua sventolando la morte, agitando in aria il bianco della pace offeso dal rosso delle violenza. Padre Edward Daly, il 30 gennaio del 1972 quando a Londonderry si consumò il Bloody Sunday con quattordici morti, falciati da un reparto di paracadutisti britannici, aveva 39 anni, era il sacerdote della cattedrale di St Eugene e mai avrebbe pensato di diventare icona di un giorno storico per l'Irlanda del nord. Era lui a mostrare quello straccio con il sangue di Jackie Duddy, 17 anni, colpito per le vie del Bogside dove oggi resta il murale e dove ieri una città intera, o quasi, ha festeggiato. Ad applaudire c'era la fetta che chiama Londonderry solo Derry, mutilandola dell'odiato prefisso, London, la fetta cattolica della comunità. E, forse, non solo quella.
Applaudiva alle parole di un primo ministro conservatore, catarsi umana e politica dell'Ulster che si è consumata 38 anni dopo la domenica di sangue. In migliaia, hanno salutato David Cameron che appariva ai Comuni ed era proiettato su uno schermo immenso, issato in Guildhall square. Gigantesco e strabordante, ma fermo, Cameron, nel dire «I am sorry, deeply sorry», per una tragedia che ieri è stato riconosciuto atto «del tutto ingiustificato e ingiustificabile».
Ad esprimere quel giudizio adottato dal premier è il rapporto Saville, l'inchiesta ordinata da Tony Blair e depositata ieri. Dodici anni di indagini, 2.500 testimonianze, 160 volumi di prove e 195 milioni di sterline dopo, il Regno Unito ha capito che quella domenica di fine gennaio i paracadutisti britannici avevano perso la testa sparando per le vie di Londonderry su migliaia di partecipanti a una marcia pacifica di cattolici che chiedevano il rispetto dei diritti umani. I troubles, gli scontri, erano già cominciati da tempo, cattolici e protestanti erano due comunità quantomai divise dalla condizione sociale più che dalla religione, dalle opportunità più che dalla fedeltà, o meno, alla corona. Erano gli anni di Bernadette Devlin che giovanissima deputata dell'Ulster repubblicano prese a pugni il ministro dell'Interno, Reginald Mauding, per la sua ricostruzione dei fatti di Londonderry. Non erano ancora arrivati gli anni di Bobby Sands e dei militanti dell'Ira che si lasciarono morire di fame nel carcere di Maze.