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Questo articolo è stato pubblicato il 26 giugno 2010 alle ore 13:44.
Legittimi gli arresti di Silvio Scaglia, ex ad di Fastweb edell'imprenditore Gennaro Mokbel coinvolti nell'inchiesta di riciclaggio di denaro e maxievasione delle società Fastweb e Sparkle. La III sezione penale della Cassazione ha confermato l'impianto accusatorio dell'ordinanza del 17 marzo scorso del tribunale del riesame di Roma, che aveva disposto misure cautelari per dirigenti e imprenditori, tra i quali il fondatore di Fastweb, Silvio Scaglia, e l'impresario Gennaro Mokbel, con l'accusa di associazione a delinquere finalizzata all'evasione fiscale.
Resta quindi in carcere Gennaro Mokbel, considerato personaggio chiave di un'operazione di riciclaggio di due miliardi di euro e rimane ai domiciliari l'ex Ad di Fastweb, Silvio Scaglia, indagato su un filone di questa inchiesta per una maxi evasione fiscale di più di 300 milioni di euro operata tra le società telefoniche Fastweb e Telecom Sparkle.
Dopo otto ore di udienza venerdì, per ascoltare le difese di tutti e ventisei gli indagati che avevano impugnato l'ordinanza, e una camera di consiglio fino a notte tarda, i giudici della III sezione penale, presieduta da Enrico Altieri, hanno rigettato la maggior parte dei ricorsi presentati. Lo stesso sostituto procuratore generale della Cassazione, Sante Spinaci, in udienza ieri aveva chiesto la conferma delle misure cautelari e il rigetto dei ricorsi.
Per i tre ex dirigenti Sparkle, Massimo Comito, Stefano Mazzitelli e Antonio Catanzariti, però, i supremi giudici hanno annullato l'ordinanza con rinvio chiedendo una nuova decisione del tribunale di Roma sul tipo di misura cautelare da applicare. Confermato invece il carcere per Giorgia Ricci (moglie di Mokbel) e i domiciliari per il fratello, Antonio Ricci, ritenuti parte dell'organizzazione che ha operato assieme a Mokbel il riciclaggio dei due miliardi di euro.
Secondo la legale della Ricci, Ambra Giovene, la moglie di Mokbel resta in carcere «nonostante la grave malattia di cui è affetta e per la quale una volta al mese deve essere trasferita da Rebibbia all'ospedale S.Andrea». La legale si è detta «avvilita e delusa» dalla decisione della Cassazione ed ha aggiunto: «Giorgia Ricci è chiaramente tenuta in ostaggio» per fare pressione sul marito.