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Questo articolo è stato pubblicato il 27 giugno 2010 alle ore 15:21.
Il papa ha espresso solidarietà ai vescovi belgi definendo «deplorevole e sorprendenti» le perquisizioni compiute dalla polizia belga nell'ambito dell'inchiesta sui casi di pedofilia tra i prelati. «In questo triste momento - scrive Benedetto XVI in un messaggio al presidente della conferenza episcopale belga, mons. Andrè-Joseph Leonard - desidero esprimere la mia particolare vicinanza e solidarietà».
I vescovi, sottolinea il papa nella sua missiva, erano riuniti «in una sessione plenaria che, tra l'altro, avrebbe dovuto trattare anche aspetti legati all'abuso di minori da parte di membri del Clero». Più volte, ricorda ancora il pontefice, «io stesso ho ribadito che tali gravi fatti vanno trattati dall'ordinamento civile e da quello canonico, nel rispetto della reciproca specifcità e autonomia». In tal senso, prosegue la lettera firmata da Benedetto XVI, «auspico che la giustizia faccia il suo corso, a garanzia dei diritti fondamentali delle persone e delle istituzioni, nel rispetto delle vittime, nel riconoscimento senza pregiudiziali di quanti si impegnano a collaborare con essa e nel rifiuto di tutto quanto oscura i nobili compiti ad essa assegnati».
Giovedì scorso una una trentina tra poliziotti e investigatori, su richiesta della procura di Bruxelles, aveva passato al setaccio l'arcivescovado di Mechelen, il quartier generale della Chiesa belga, proprio mentre era in corso la riunione della Conferenza episcopale che avrebbe dovuto esaminare la vicenda dei preti pedofili. Gli agenti avevano poi perquisito la sede della commissione creata per esaminare i casi di abuso sessuale all'interno della Chiesa, così come l'abitazione del cardinale Godfried Danneels, ex primate del Belgio. Accusato di non aver proceduto a trasmettere immediatamente all'autorità giudiziaria le denunce di cui era venuto a conoscenza.
Il blitz della polizia belga nella diocesi di Bruxelles-Malines aveva poi provocato ieri la dura presa di posizione del segretario di Stato della Santa Sede, il cardinale Tarcisio Bertone. «È un fatto grave e inaudito - aveva detto il segretario -. Non ci sono precedenti nemmeno nei regimi comunisti». Il porporato aveva duramente stigmatizzato le modalità della perquisizione sottolineando «l'irruzione e il sequestro dei vescovi, tenuti per nove ore senza bere né mangiare». Circostanza, quest'ultima, poi smentita dalla procura belga. Il cardinale ha poi smentito l'indiscrezione circa un possibile ritiro del Nunzio apostolico in Belgio. «Sono solo invenzioni giornalistiche», ha precisato Bertone. I vescovi belgi stanno però studiando una risposta alle perquisizioni di giovedì e si valuta una possibile azione legale contro gli inquirenti.