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Questo articolo è stato pubblicato il 28 giugno 2010 alle ore 16:26.
LONDRA – Scendono in campo oggi tutti i big per l'inizio della seconda, decisiva, settimana di Wimbledon, dopo che la prima ha registrato eventi strani anche per un paese di eccentrici come l'Inghilterra. In fondo, le cose più normali sono avvenute sul campo, anche se sia il campione uscente Roger Federer, sia il suo principale sfidante, Rafa Nadal, hanno rischiato la clamorosa eliminazione. Il primo addirittura nel match inaugurale contro il carneade colombiano Alejandro Falla. Poi Novak Djokovic, favorito numero 3, ha giocato fino a notte fonda, grazie al tetto dotato di illuminazione che copre dall'anno scorso il Centre Court, vero strappo alla tradizione. Per la prima volta nella storia del nostro tennis, due italiane, la trionfatrice di Roland Garros, Francesca Schavione, e Flavia Pennetta, si sono presentate a Londra tra le prime 10 teste di serie e sono state eliminate prontamente, prima di arrivare alla fase cruciale del torneo, come troppo spesso succede ai nostri portacolori.
Assai più stravaganti gli accadimenti fuori campo, a cominciare dal ritorno, oltre trent'anni dopo l'ultima visita, della regina Elisabetta, che è andata giovedì scorso a occupare il posto che le spetta nel Royal Box. Non prima di aver incontrato, tra gli altri, Serena Williams, una massa di muscoli stretta nella camicia di forza di un vestitino da "sciuretta". E che dire del rumeno Victor Hanescu, che sputa sul pubblico? E dei quattro spettatori arrestati per intemperanze, cose mai viste all'All England Lawn Tennis and Croquet Club. Suvvia, non siamo all'Australian Open, dove ogni anno tifosi serbi e croati se le danno di santa ragione, come hooligans calcistici qualunque. A proposito, chi vuol seguire i mondiali se ne stia a casa: Wimbledon ha bandito il calcio dai suoi maxischermi.
Del resto, persino la pioggia è in vena di eccentricità a Wimbledon: neppure una goccia per tutta la prima settimana, e temperature mediterranee. Le disquisizioni più dotte, in sala stampa, riguardano la tenuta non dei giocatori, ma dell'erba dei campi.