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La cattedra resta un miraggio per almeno 10 anni

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Questo articolo è stato pubblicato il 02 luglio 2010 alle ore 17:05.

Sono poco meno di 247mila i docenti precari della scuola italiana. Più precisamente, 246.847. Il dato è del 2009 e arriva dall'annuale rapporto del ministero dell'Istruzione, «Osservatorio sulle graduatorie ad esaurimento». Circa 12mila in meno rispetto al 2008 (-4,8%), ma si tratta, comunque, di numeri elevatissimi, soprattutto se si considerano i tempi per la loro stabilizzazione. Anche se non è possibile fare una previsione generalizzata - visto che la concentrazione di aspiranti varia con le classi di concorso e le province (viale Trastevere ne classifica cinque diverse tipologie, per oltre 100 liste provinciali sparse per il Belpaese) - considerando, però, la media di assunzioni degli ultimi anni (circa 20mila professori l'anno), occorrerà oltre un decennio per la completa immissione in ruolo, a titolo definitivo.

I dati ufficiali rilevano 277.661 iscritti nelle graduatorie, a cui vanno però sottratti 30.814 docenti già assunti in altre discipline, ma che hanno preferito rimanere presenti nelle liste di attesa. Viale Trastevere ha infatti considerato che dallo scorso anno al personale di ruolo, in base alla legge 167/2009, non è più consentito più permanere nelle graduatorie dei supplenti (con l'eccezione degli insegnanti di religione cattolica) e pertanto vanno cancellati.

Si tratta comunque di cifre considerevoli. Anche se, ogni graduatoria ha la sua storia. E in alcuni settori si rischia addirittura la penuria di docenti. È il caso, ha evidenziato Maria Domenica Testa, direttore generale del ministero dell'Istruzione e curatrice del rapporto, degli insegnanti tecnico-scientifici (tipo, matematica e fisica). Inoltre, la scarsità di insegnanti interesserà anche altri settori disciplinari, in particolare nelle zone del Centro-Nord, considerato come due aspiranti docenti su tre sono residenti al Sud. E non di poco conto è anche la proiezione in base alla quale «nell'arco di un triennio ben 27 province su 100 avranno esaurito le graduatorie della scuola primaria». In queste zone, quindi, i maestri saranno cercati con il lanternino.

Il rapporto di viale Trastevere conferma invece l'identikit del precario della scuola: circa 38 anni, nell'83% "In gonnella" e un interesse a insegnare principalmente al Sud in due casi su tre (65 per cento). Una situazione che spicca nella scuola primaria, dove un aspirante docente su tre (36,4%) iscritto nelle graduatorie della scuola primaria del Nord è in realtà residente al Sud. Situazione analoga per i supplenti nelle scuola dell'infanzia: nel settentrione i docenti residenti al Sud sono il 28,2 per cento. Meno evidente, invece, la presenza di aspiranti docenti nella scuola secondaria (medie e superiori) residenti nel meridione. Significativa ma più ridotta, invece, è la presenza di professori meridionali iscritti nelle graduatorie della secondaria di I e di II grado al Nord e al Centro, che varia tra il 14% e il 17 per cento. Un fenomeno che il ministero spiega per la «nota scarsità di posti disponibili al Sud». E i dati confermano la spiegazione. «Nel meridione e nelle isole - si legge nel rapporto - la quota di abilitati di "antica presenza" raggiunge ancora oggi punte del 60%, confermando le più basse possibilità di assorbimento che la scuola può assicurare rispetto alle dimensioni del problema del precariato in queste aree».

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