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Gli Shabab che hanno colpito l'Uganda reclutano amazzoni per combattere le truppe africane

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Questo articolo è stato pubblicato il 11 luglio 2010 alle ore 16:24.

Per contrastare i 2 mila rinforzi africani in arrivo a Mogadiscio per aiutare il governo di transizione somalo del presidente Ahmad Sharif a riprendere il controllo della capitale il movimento islamista degli Shabab (sospettato di essere il mandante della strage di Kampala) ha avviato il reclutamento di centinaia di giovani donne.
La notizia, diffusa dal sito Somaliamemo, vicino ai Giovani Mujahidin (Shabab), preannuncia un prossimo inasprimento della battaglia in corso da mesi per il controllo di Mogadiscio.

Le truppe governative, che arruolano anche centinaia di bambini-soldati, nonostante l'appoggio internazionale e la presenza di 5 mila soldati della missione Amisom dell''Unione Africana (forniti per lo più da Uganda e Burundi) non solo non sono riuscite a respingere i ribelli ma nelle ultime settimane hanno perso terreno nella stessa capitale e oggi controllano solo pochi quartieri di Mogadiscio.

Il reclutamento delle miliziane islamiche è in corso nelle aree della capitale controllate dagli Shabab ma anche a Chisimaio e a Belet Huen utilizzando anche i forum di al-Qaeda. Dalle foto riprese dal sito IGN si vedono donne armate con il volto coperto dal niqab di tipo saudita che imbracciano i kalashnikov ma con atteggiamenti non certo marziali .

Il 6 luglio lo sceicco Mukhtar Robow, leader del gruppo armato somalo vicino ad Al Qaeda ma sostenuto anche dall'Eritrea e da finanziamenti provenienti dai paesi della Penisola Arabica, aveva annunciato la nascita di "un battaglione di donne jihadiste, fedeli ai Giovani Mujahidin, pronto al Jihad a Mogadiscio". Secondo lo sceicco, veterano dell'Afghanistan, "si tratta di giovani donne addestrate alla guerra santa, che sono pronte a scendere in campo per combattere al nostro fianco contro le milizie del governo apostata e le truppe del contingente africano Amisom".

Molti paesi arabi, soprattutto quelli guidati da regimi laici e di ispirazione socialista arruolano donne nelle forze armate, basti pensare al corpo scelto di guardie del corpo tutte di sesso femminile che protegge il leader libico Mihammar Gheddafi. Tra i gruppi islamisti la presenza femminile è stata finora limitata alle azioni terroristiche condotte da donne-kamikaze in Iraq, Afghanistan e Israele ma finora nessun movimento aveva istituito gruppi combattenti femminili.

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È americano il capo dei ribelli islamici in Somalia

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Tags Correlati: Abu Zeinab Muhsin | Abu Zubeir | Adis Abeba | Adnkronos International | Afghanistan | Ahmad Sharif | Al Arabiya | Al Qaeda | Forze Armate | Hassan Dahir Aweys | Hezb Al Islam | Igad | Iraq | Mihammar Gheddafi | Mogadiscio | Moses Wetangula | Shabhab | Unione Africana

 

Secondo la tv satellitare di Dubai, al-Arabiya, le miliziane islamiche somale sono apparse per la prima volta in pubblico mercoledì scorso, in occasione della manifestazione organizzata dagli Shabab nella periferia nord di Mogadiscio contro le truppe dell'Unione Africana presenti nel paese. Queste prime combattenti dei Giovani Mujahidin hanno partecipato alla marcia, organizzata per chiedere il ritiro del contingente africano dalla Somalia, armate fino ai denti. Scetticismo circa l'efficacia delle brigate femminili è il giornalista Salaad Iidow Xasan, che dirige il sito informativo Hiiraan Online , uno dei più seguiti nel paese africano. Contattato dall'agenzia Adnkronos International, Xasan ha spiegato che "l'idea di dare vita ad un corpo femminile per il jihad in Somalia era nato già nel 2006, quando Mogadiscio era controllata dalle Corti Islamiche, ma non ebbe seguito a causa dell'intervento delle forze etiopiche che fecero cadere il regime. "Ritengo che oggi come allora si stia facendo solo propaganda sulla pelle delle donne somale e che in realtà si tratti solo di un annuncio finalizzato a spaventare i 2 mila soldati che l'Autorità Intergovernativa per lo Sviluppo dei Paesi dell'Africa Orientale (Igad), ha deciso di inviare in Somalia in aiuto all'attuale esecutivo del presidente Sharif".

L'invio dei rinforzi è stato deciso al vertice dei sei paesi dell'Igad tenutosi lunedì scorso ad Adis Abeba, nel quale è stato evidenziato il pericoloso aumento di combattenti stranieri delle milizie di al-Qaeda che affiancano gli Shabab. "I terroristi islamici di al-Qaeda, reduci dall'Iraq, dall'Afghanistan e dal Pakistan, hanno trovato rifugio sicuro in alcune zone della Somalia" ha dichiarato il 3 luglio il ministro degli Esteri keniota, Moses Wetangula, al giornale arabo al-Hayat. Chiedendo maggiori aiuti agli Usa e all'Occidente il ministro ha aggiunto che "secondo un rapporto della nostra intelligence, afghani e pakistani insieme a combattenti arabi si sono uniti agli Shabab somali". I miliziani islamisti stranieri sarebbero alcune centinaia inclusi decine di somali con passaporto statunitense e molti veterani delle guerre irachena e afghana. Uno di questi, l'algerino Abu Zeinab Muhsin è stato ucciso a inizio giugno in battaglia a Mogadiscio. Esperto in esplosivi, Muhsin è considerato il responsabile dell'aumento degli ordigni improvvisati, simili alle Ied impiegate dai talebani afghani, che stanno colpendo sempre più spesso i mezzi delle truppe governative e delle truppe di Amisom.

Per far fronte ai rinforzi pan-africani i leader dei due movimenti islamici che controllano gran parte della Somalia si sono incontrati ieri per tentare di unire le loro forze contro il governo e la missione di pace africana (Amisom). Abdi Mohamud Godane, leader degli Shebab, ha avuto ieri un colloquio con Hassan Dahir Aweys, il capo de movimento Hezb al Islam, a Mogadiscio. I due gruppi di ribelli, spesso rivali tra loro, controllano il centro e il sud della Somalia. "I due leader si sono incontrati ieri e hanno discusso di un grande accordo di unità per lanciare una grande offensiva contro gli invasori africani e il governo apostata" - ha dichiarato un portavoce degli Shebab – "Abu Zubeir (Abdi Mahamud Godane) e Aweys dovrebbero arrivare nei prossimi giorni a un accordo finale per riunire i loro combattenti nelle stesse caserme, per eliminare i nemici di Allah da questo paese". L'incontro è stato confermato da un responsabile di Hezb Al Islam, Mohamed Ibrahim: "I leader dei due gruppi si sono incontrati e il risultato sarà una grande offensiva contro gli invasori". Secondo un altro responsabile, all'incontro erano presenti diversi combattenti di Al Qaeda.

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