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Questo articolo è stato pubblicato il 15 luglio 2010 alle ore 17:34.
Nichi Vendola fa sul serio. Nel 2013, ma forse anche prima visto come vanno le cose nella coalizione di Silvio Berlusconi, si candiderà per guidare il centrosinistra. «Sono pronto ad entrare nella partita», ha detto l'altro giorno, a Bari. E tanto per dare un'idea, sulla spiagge circolano già t-shirt bianche con la scritta "Nichi 2013". Lui stesso ne ha indossata una quando l'altro giorno ha inaugurato nel vecchio stadio della Vittoria un torneo di calcio. Il presidente gentile ha già una rete di contatti ed è un abile manovratore del web.
Qualche settimana fa è stato ospite in una masseria di Ostuni di personaggi del calibro di Guido Roberto Vitale e di Fabiano Fabiani. Al nord ha stretto alleanze in Veneto e Piemonte, stima ed è ricambiato dai governatori leghisti Roberto Cota e Luca Zaia. Da leader e portavoce di Sinistra Ecologia e Libertà, a Pierluigi Bersani e Massimo D'Alema, con i quali il rapporto a livello politico è quasi inesistente, non gliele manda a dire. «Il Pd è un partito vecchio, seduto, incapace di fare vera opposizione», ha detto in più circostanze. E i due leader nazionali non hanno granché da obiettargli.
D'Alema e Bersani lo scorso dicembre fecero di tutto per toglierselo dai piedi, quando raggiunto l'accordo con l'Udc, indicarono in Francesco Boccia il candidato "ideale" del centrosinistra alle regionali pugliesi. D'Alema gli chiese di «fare un passo indietro per il bene della coalizione». Lui fece il contrario e vinse. Il 52enne governatore, invece che stare ad ascoltare i consigli del "fratello maggiore", organizzava la sua campagna elettorale sul web. Dove parlava lui le piazze erano stracolme, dove invece si esibivano i big nazionali del Pd bisognava organizzare la claque. Vinse a mani basse le primarie contro Boccia, poi le elezioni vere contro Rocco Palese candidato del centrodestra.
Tanto nel 2005 e ancor di più nel 2010 ha preso voti determinanti in quei bacini elettorali che in Puglia si sono riconosciuti sempre nel centrodestra. Un miracolo per un politico comunista, dichiaratamente omosessuale (non gli piace la parola gay) e cattolico. Vendola, a torto o a ragione, finora ha dimostrato una capacità comunicativa che nessuno nell'attuale centrosinistra è in grado di pareggiare. I grandi giornali stranieri, come l'Economist, si sono scomodati per andare in Puglia e seguire i suoi discorsi. È ideologico fino ad un certo punto, perché se si tratta di fare accordi con don Luigi Verzè (storico amico e confessore di Silvio Berlusconi) per costruire un San Raffaele a Taranto non si fa il minimo problema. A Vicenza gli industriali hanno avuto per lui parole di apprezzamento, in Puglia non pochi imprenditori lo hanno votato nelle elezioni di marzo.