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Questo articolo è stato pubblicato il 17 luglio 2010 alle ore 09:56.
KANGBASHI – La statua di Gengish Khan che domina la grande piazza se ne sta lì, solitaria e solenne. Abbandonato in tanta desolazione, il grande condottiero mongolo artefice del primo impero globale nella storia dell'umanità, sembra non avere né seguaci né nemici.
Dove si saranno mai nascosti? Forse, negli uffici del gigantesco complesso di edifici governativi? Dietro le quinte del Teatro cittadino? Dentro la Biblioteca Municipale? Oppure, nelle stanze del Museo dell'Arte?
Inutile cercarli perché non stanno in nessuno di tutti questi posti. I seguaci e i nemici di Gengish Khan semplicemente non ci sono, perché qui a Kangbashi c'è proprio tutto – grattacieli, giardini, musei, sculture, complessi residenziali di lusso, centri sportivi – fuorché un ingrediente fondamentale di qualsiasi insediamento urbano: la gente.
La storia di questa città fantasma situata nell'Inner Mongolia, la provincia del nord della Cina popolata in gran parte dai discendenti diretti dei grandi Khan che fecero tremare il mondo, è la perfetta incarnazione dei sette peccati capitali che flagellano il neo-capitalismo cinese: avidità, malaffare, superficialità, menzogna, ignoranza, irresponsabilità, miopia.
Tutto comincia nel 2004 quando le autorità di Ordos, una delle principali grande prefetture dell'Inner Mongolia, pressate dall'inesorabile avanzata dal deserto e della carenza d'acqua, decidono di spostare il centro amministrativo. La scelta cade su Kangbashi, un piccolo villaggio abitato da poco più di un migliaio di anime, distante una cinquantina di chilometri.
La scelta trova subito un forte endorsment politico anche a Pechino e così, in men che non si dica, arrivano i finanziamenti e le ruspe e le gru si mettono alacremente al lavoro. Nel giro di un lustro, la città è terminata. Secondo le stime di Standard Chartered Bank, la realizzazione di questa mostruosa Dubai del nord cinese è costata complessivamente 1.100 miliardi di yuan, vale la dire la bellezza di 160 miliardi di dollari.
La colossale operazione è stata sostenuta dalle generose casse pubbliche di Ordos, città di circa 1,6 milioni di abitanti dal nome sconosciuto ai più anche in Cina, ma che figura tra le metropoli più prosperose del paese. Il Bacino di Ordos, infatti, è