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Questo articolo è stato pubblicato il 19 luglio 2010 alle ore 16:43.
«Internet è il più grande spartiacque generazionale dopo il rock and roll», ha scritto Bruce Schneier, guru della sicurezza informatica. E per capire come cambia la diplomazia sul territorio del web una visita nella sede di Twitter, il social network per scrivere messaggi in 140 caratteri, è un tappa irrinunciabile. È in quegli uffici che ha trascorso due ore Jared Cohen, membro dello staff per il policy planning del Dipartimento di Stato a Washington. Ha 28 anni ed è stato "arruolato" da Condoleezza Rice.
Lui e Alec Ross (38 anni, ebbe un ruolo decisivo nella campagna molto internettara di Obama per la Casa Bianca) sono i due più giovani dipendenti del Dipartimento e, dopo Obama e il senatore McCain, i più seguiti su Twitter. A raccontare la loro storia è il settimanale del New York Times. Ma guardare la diplomazia con i loro occhi significa viaggiare in Medio Oriente, in Africa Orientale e in Russia. Con gli occhi puntati su internet, utilizzato come lente per studiare conoscenza, diplomazia, guerre, rivolte di piazza e portare la democrazia nell'era digitale.
A partire da eventi marginali che, nel tempo, hanno dimostrato conseguenze impreviste. La Moldova confina con la Romania ed è quasi sconosciuta per gli europei. Eppure le proteste degli studenti nella capitale Chisinau un anno fa sono state organizzate attraverso twitter: i ragazzi hanno lanciato l'appello con i micropost e hanno cercato l'attenzione di un pubblico internazionale su internet. Pochi se ne sono accorti. Ma alcuni mesi dopo l'Iran ha dimostrato quale può essere l'impatto dei social network.
Come è stato dimostrato, avevano accesso a Twitter appena lo 0,027 % delle persone connesse a internet nella Repubblica islamica. Ma i messaggini hanno richiamato l'attenzione di lettori nei paesi occidentali. E hanno spinto i mass media ad accendere i riflettori. Fotografie e filmati di reporter amatoriali sono arrivati in poche ore sugli schermi di chi era nei social network. L'impatto sull'opinione pubblica internazionale è stato ampio. E il numero uno della Casa Bianca, Barack Obama, ha chiesto a twitter di rimandare la manutenzione (che avrebbe impedito l'accesso) per lasciare aperto uno spazio di espressione online.