Storia dell'articolo
Chiudi
Questo articolo è stato pubblicato il 20 luglio 2010 alle ore 13:30.
Via libera a Sky Italia per entrare nel mercato del digitale terrestre. Ma solo in chiaro. Lo spiega il portavoce dell'esecutivo comunitario, Jonathan Todd, aggiungendo che con questa decisione Sky potrà fare un'offerta per una delle cinque frequenze che diventeranno disponibili. «La Commissione ha deciso che in seguito ai cambiamenti sopravvenuti nel mercato italiano - ha detto Todd - Sky dovrebbe essere in grado di partecipare all'asta per le frequenze per la televisione digitale terrestre, a condizione che usi questa frequenza per trasmissioni in chiaro».
Secondo il portavoce, «questo garantirebbe il mantenimento di un mercato competitivo in Italia e permetterebbe un aumento della concorrenza sul mercato della Tv digitale italiana». La decisione non assicura che l'offerta di Sky per ottenere una delle frequenze venga accettata. Su questo la Commissione si limita a dire che continuerà «a monitorare il modo in cui sono attribuite le frequenze, per garantire che il processo si svolga pienamente in linea con le regole Ue».
Per Sky non è comunque una vittoria piena, dal momento che la Commissione ha esteso da fine 2011 a fine 2015 il divieto a operare su digitale terrestre con trasmissioni a pagamento. La decisione chiude una vertenza che si trascina da tempo. Contro l'ingresso di Sky nel digitale si era espresso il governo italiano guidato da Silvio Berlusconi, la cui famiglia controlla Mediaset, principale emittente privata su frequenze terrestri e quindi diretto concorrente di Sky.
Alla domanda se la decisione sia stata unanime da parte dell'intero collegio dei commissari, un'altra portavoce della commissione, Pia Ahrenkilde ha risposto: «Per quanto ne so, la decisione stata unanime. Ne sono abbastanza convinta».
Mediaset annuncia il ricorso. La notizia non è stata accolta positivamente in casa Mediaset che ha annunciato l'intenzione di ricorrere alla Corte di Giustizia europea. «Mediaset - si legge in una nota - è assolutamente sconcertata della decisione presa oggi dalla Commissione Europea. Riteniamo che le condizioni fissate dalla Commissione nel 2003 che impedivano a Sky di entrare nella tv digitale terrestre sino al 2012 in virtù della sua posizione dominante sul mercato pay, siano ancora valide come del resto il market test svolto tra tutti gli operatori italiani ha sostenuto».