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Questo articolo è stato pubblicato il 23 luglio 2010 alle ore 11:50.
«Ci indigna e ci allarma l'emergere di fenomeni di corruzione e di trame inquinanti, anche ad opera di squallide consorterie». Parole forti quelle del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, pronunciate in occasione della cerimonia del Ventaglio al Quirinale. Il capo dello stato ha sottolineato, però, che «la nostra democrazia dispone di validi anticorpi». Secondo Napolitano, «si deve intervenire senza alcuna incertezza o reticenza su ogni inquinamento o deviazione nella vita pubblica e nei comportamenti di organi dello stato ma senza cedere a nessun gioco al massacro tra le istituzioni e nelle istituzioni».
Servono «riforme istituzionali e modifiche ben mirate della Costituzione, e continuerò a solleciarle», ha poi sottolineato Giorgio Napolitano. La Carta, ha aggiunto, «non impedisce ma consente e promuove interventi di forte carica innovativa». Napolitano ha anche invitato a non lasciarsi andare a considerazioni sulla Costituzione vista come intoppo. «Può essere utile», ha detto nel corso della cerimonia del Ventaglio, «per evitare semplificazioni eccessive e sommarie polemiche su quel che la nostra Costituzione può consentire o non consente, riflettere sul fatto che da noi è stato possibile approvare, tra giugno e luglio, una rilevante manovra di aggiustamento dei conti pubblici; in Germania le misure annunciate il 7 luglio diventeranno legge di bilancio non prima di dicembre».
Sulle intercettazioni il capo dello stato ha detto che «occorre definire il miglior bilanciamento possibile tra i valori e diritti, tutti ugualmente riconosciuti in Costituzione. Questo è stato lo sforzo compiuto e ancora in atto a proposito della legge in materia di intercettazioni e non si può che apprezzarlo dandone merito alla dialettica parlamentare».
Napolitano è tornato a chiedere perentorio al parlamento di portare a termine entro fine mese l'elezione degli otto membri laici del nuovo Csm di sua spettanza, invitando le forze politiche a raggiungere rapidamente una necessaria intesa sui nomi, indipendentemente dalla scelta di chi succederà a Nicola Mancino alla vicepresidenza di palazzo dei Marescialli. «Bisogna assolutamente - risponde Napolitano ai giornalisti - tenere distinte le questioni dell'elezione dei membri laici che ancora non c'è stata da quella, successiva, della scelta del nuovo vicepresidente. È una questione semplice, chiara e definita nitidamente dalla Costituzione. La maggioranza e l'opposizione parlamentare devono mettersi d'accordo per indicare otto componenti: cinque li deve scegliere la maggioranza e tre l'opposizione. Ed è fra uno di questi otto che poi il nuovo plenum dovrà eleggere il suo vicepresidente. Ma, appunto, è una fase succesiva: è il nuovo plenum che deve farlo con una maggioranza di due terzi dei suoi componenti. Quindi è evidente e palese che la scelta del vicepresidente debba essere fatta con il consenso e il voto dei componenti togati».