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In Cina cinquemila condanne a morte nel 2009 Calano nel mondo i paesi che ricorrono al boia

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Questo articolo è stato pubblicato il 31 luglio 2010 alle ore 15:00.

Nel 2009, il boia ha giustiziato 5.679 persone nel mondo, di cui l'88% in Cina. Un numero sempre elevatissimo, ma in calo rispetto alle 5.735 vittime del 2008 e alle almeno 5.851 del 2007. In diminuzione anche i Paesi in cui è in vigore la pena capitale: 43, a fronte dei 48 del 2008, e dei 49, dell'anno precedente. La fotografia è scattata da Nessuno Tocchi Caino, l'associazione radicale nata a Bruxelles nel 1993, nel suo annuale rapporto «La pena di morte nel mondo», presentato a Roma, assieme al vice presidente del Senato e parlamentare Pd Emma Bonino e ai sottosegretari Gianni Letta e Vincenzo Scotti.

Per il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, l'abolizione internazionale della pena di morte è «un traguardo di civiltà giuridica - scrive in un messaggio inviato all'associazione - a favore del quale l'Italia coerentemente opera in ogni foro». Sulla stessa lunghezza d'onda, il presidente della Camera, Gianfranco Fini, che, in una nota, ha sottolineato come la «pena di morte alimenti una logica di violenza e di sopraffazione che getta un'ombra sulla coscienza dell'intera collettività umana e sul progresso civile, morale e giuridico».

Secondo lo studio curato da Elisabetta Zamparutti, sono i Paesi dittatoriali a confermarsi gli Stati più attivi nell'applicare le condanne capitali. Dei 43 Paesi che hanno mantenuto a pena di morte, 36 sono Paesi illiberali, e in 15 di questi, nel 2009, le esecuzioni sono state circa 5.619, il 99% del totale. A livello di singoli Stati, il boia più prolifico è quello cinese, con circa 5mila esecuzioni, seguito da Iran, con 402, e dall'Iraq, con almeno 77. Spicca come, lo scorso anno, almeno 607 persone sono state giustiziate in Paesi dove è in vigore la Sharia.

Positivi i dati che riguardano il continente africano: nel 2009, il boia ha "lavorato" in 4 Paesi (uno in meno, la Somalia, rispetto al 2008), dove si sono registrate almeno 19 esecuzioni. In Europa, la Bielorussia continua a costituire l'unica eccezione in un continente altrimenti totalmente libero dalla pena di morte. Nel 2009 non sono state effettuate esecuzioni, ma nel marzo 2010 due uomini sono stati giustiziati per omicidio. Gli Stati Uniti rappresentano invece l'unico Paese del continente che ha compiuto esecuzioni (52) nel 2009. Il sottosegretario agli Esteri, Scotti ha annunciato come il Governo stia lavorando anche per ottenere una risoluzione delle Nazioni unite «ampiamente condivisa» sul tema delle mutilazioni genitali femminili, che aiuti in particolare, le donne africane.

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In Cina e Iran record di esecuzioni, negli Usa totale più alto da tre anni

Secondo l'ultimo rapporto di Amnesty International sulla pena di morte nel mondo, in più dei due

Tags Correlati: Cina | Elisabetta Zamparutti | Emma Bonino | Gianfranco Fini | Gianni Letta | Giorgio Napolitano | Giustizia penale | Italia | Jean Ping | Nessuno tocchi Caino | Onu | Sergio D'Elia |

 

Guarda invece all'appuntamento di autunno al palazzo di Vetro il segretario di Nessuno Tocchi Caino, Sergio D'Elia, che chiede un aumento di voti a favore per la nuova risoluzione per la moratoria universale delle esecuzioni capitali, che contenga il riferimento esplicito al superamento dei «segreti di Stato sulla pena di morte» e la previsione di un inviato speciale delle Nazioni Unite, che abbia il mandato di favorire l'applicazione della linea Onu nei Paesi che ancora praticano la pena di morte.

Nel corso della presentazione del rapporto, è stato premiato «Abolizionista dell'anno
2010», il presidente della Commissione dell'Unione africana , Jean Ping, che come ex ministro degli Esteri del Gabon ha fatto approvare e presentare in Parlamento la
proposta di abolizione della pena capitale nel Paese e si è distinto tra i cosponsor e protagonisti della battaglia all'Onu che ha portato nel dicembre del 2007 al successo della risoluzione sulla Moratoria universale delle esecuzioni capitali.

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