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Come diventare team manager di Formula 1? A Roma c'è chi lo insegna e svela i trucchi del mestiere

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Questo articolo è stato pubblicato il 03 agosto 2010 alle ore 18:41.

«Il nostro sogno? Dar vita a un team universitario tutto nostro, con tanto di auto e piloti». Daniele Leone parla con l'entusiamo di chi sta vedendo che la sua idea funziona. A 30 anni è team manager della FIA WTCC (World touring car championship) e a 25 ha fondato Uniracer insieme agli amici e colleghi Riccardo Zani e Alessandro Mattei, oggi ingegneri di pista rispettivamente ell'Italian Formula Abarth Championship e della Italian Formula 3 Championship.

La loro Uniracer è nata per mettere in contatto i professionisti del settore con gli studenti universitari e oggi può vantare anche il forte sostegno della Fondazione Ayrton Senna. «Avevamo la passione per il Motorsport, ma non sapevamo da dove iniziare, a chi rivolgerci per poter lavorare nel settore. Così, una volta inseriti, abbiamo pensato di creare un ponte fra gli studenti e i professionisti, per indirizzare e formare i ragazzi che sognano di diventare pilota, team manager, oppure ingegneri di pista, ma che non sanno come arrivare a farlo concretamente». Non si tratta, infatti, di mandare curriculum o di fare colloqui di lavoro in giacca e cravatta. La selezione si fa sul campo, nei tempi ristrettissimi delle prove e delle gare, con i team manager che spesso non hanno soldi né tempo da perdere a capire quale neolaureato potrebbe diventare un ottimo collaboratore. E poi le posizioni sono poche, il giro è stretto. Insomma, il sogno di stare a bordo pista è diffuso, ma la realtà è un'altra cosa.

E quelli di Uniracer la spiegano bene, in tutte le sue potenzialità e complessità. Il prossimo appuntamento con gli studenti è domani a Roma, nel campus di Tor Vergata, dove ragazzi italiani ma non solo parteciperanno al convegno su come si gestisce un team di Motorsport. Stavolta è stato il network Best, che seleziona i migliori studenti di tecnologia d'Europa, ad invitare Uniracer, segno che l'apprezzamento per l'idea sta crescendo. «Molti dei relatori, che sono anche sostenitori del nostro progetto, lavorano nei campionati italiani e internazionali - spiega Daniele - Agli studenti spiegano quali sono le caratteristiche di ogni figura di un team, dal team manager agli ingegneri di pista, dai telemetristi ai meccanici, ma anche gli addetti alla comunicazione. Purtroppo, una vera e propria scuola di formazione per chi vuole entrare in questo mondo non esiste. Ecco perché molti si rivolgono a noi».

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Il team Uniracer

Il team Uniracer

Tags Correlati: Alessandro Mattei | Ayrton Senna | Best | Daniele Leone | Federazione Internazionale dell'Automobilismo | Formula 1 | Formula 3 | Riccardo Zani | Roma | Sport | Tor Vergata | WTCC

 

Capita, però, che a molti studenti, una volta vissuta la durezza della vita a bordo pista, la passione passi presto: «Si può iniziare con il pulire le gomme, oppure scaricare i camion. Una volta qualcuno ci ha detto "ma come, dopo tutto quello che ho studiato, ora devo fare questo?"». Non esiste una vera e propria selezione per entrare nel mondo delle auto, perché solo chi è fortemente motivato ce la fa. E stiamo parlando delle formule minori. Perché in Formula 1 la vita è davvero dura: «Devi viaggiare moltissimo, non ci sono orari, non c'è vita privata. Così accade che alcuni, dopo un'esperienza a quei livelli, decidano di fare un passo indietro, magari per farsi una famiglia».

Di donne se ne vedono ancora poche, in questi incontri di Uniracer, ma l'idea è quella di coinvolgere di più anche loro. Anche perché Uniracer può vantare un tasso di occupazione del 100% fra gli studenti che ha formato. Raggiunto questo obiettivo, Daniele pensa al prossimo, la nascita di un team universitario con cui girare il mondo e dare la possibilità agli studenti interessati di fare un'esperienza dal vivo. A questo punto mancano solo gli sponsor, quelli che ricoprono di marchi le auto. Ma domani, nel convegno di Tor Vergata, ci sarà anche chi spiegherà come trovarli.

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