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Questo articolo è stato pubblicato il 11 agosto 2010 alle ore 13:45.
Di elezioni il Partito democratico quasi non parla anche se il presidente Rosy Bindi dice che i democratici non hanno paura delle urne. Così abbiamo deciso di andare a scoprire se sul web il partito di Pierluigi Bersani è pronto a rispondere, con gli stessi mezzi, alla chiamata alle armi lanciata giorni fa dal premier Silvio Berlusconi e siamo diventati per un giorno tesserati del Pd. Desiderosi di capire come un potenziale elettore del partito possa contribuire, come incita il segretario sul sito ufficiale del partito, «a fare la sua parte per costruire l'alternativa».
L'iscrizione, però, non è immediata. Perché dopo aver compilato il form di adesione in cui vengono chiesti tutti i dati personali, il messaggio successivo informa «che riceverai una e-mail non appena partirà il tesseramento». Che, va detto, è quello del 2010. Eppure questa sezione del sito è molto ricca. Ci sono i manifesti e i volantini da diffondere per ampliare la platea degli iscritti, ma anche qui nessun riferimento preciso sui tempi del tesseramento. Come pure nello spot audio che non è possibile aprire. Il passo successivo è capire quindi come Bersani voglia dare «un radicamento popolare al nostro partito», secondo quanto si legge nel messaggio di benvenuto per i neoiscritti.
L'alternativa appare al navigatore una sola: diventare un mobilitante. Così ripetiamo anche qui il rito dell'iscrizione e nella mail giunge subito un avviso con cui il mobilitante di turno viene informato che riceverà una newsletter con le azioni suggerite e sarà contattato se ha indicato la disponibilità sul territorio. Il viaggio nel sito prosegue quindi con la successiva scelta. Subito dopo la conferma dell'adesione si apre infatti una nuova pagina che vuole subito sapere quanto tempo vogliamo dedicare al nostro nuovo partito (1, 5, 30 minuti o di più). La scelta cade sull'ultima opzione: «mobilitati sul territorio». Che ci sembra l'unica strada in linea con l'auspicio del segretario.
Da qui il partito sembra assumere un altro passo. Il messaggio in apertura è stringato: «Vogliamo portare le nostre proposte in ogni comune d'Italia per parlare a tutti gli italiani». Un impegno molto simile a quello chiesto dal Cavaliere ai club delle libertà di Mario Valducci. Procedendo, però, la sensazione è che all'impegno non corrispondano poi i fatti. Visto che alla richiesta di «cercare il circolo Pd più vicino casa» fa da contraltare la delusione dei commenti lasciati sul sito (l'ultimo peraltro risale al 30 marzo scorso). Lo scrive Gianluca: «A Frosinone quelli del Pd non si sono proprio visti né con cartelloni e manifesti, né con comizi».E anche i messaggi successivi sono improntati al rammarico. Fino a quello di Luca, fin troppo sincero. «Ci viene suggerito di contattare i circoli del Pd dislocati sul territorio. Bene utilizzando i vostri link non sono riuscito a trovare nulla qui a Verona». Evidentemente chi è già militante si attendeva qualcosa di più.