Storia dell'articolo
Chiudi
Questo articolo è stato pubblicato il 13 agosto 2010 alle ore 10:16.
Uno stop deciso a quanti evocano lo spettro di elezioni anticipate e un duro richiamo affinché cessino gli attacchi a Gianfranco Fini. In una intervista esclusiva all'Unità, il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, interviene nel dibattito politico e invita a non perdere di vista la necessità di procedere sulla strada delle riforme. «Ci sono in Italia segni recenti - sottolinea l'inquilino del Colle - positivi e incoraggianti di ripresa produttiva, di ritorno alla crescita pur se il quadro mondiale resta critico: occorre però consolidarli e rafforzarli e far fronte alle tante difficoltà e incognite che restano con visioni politiche e azioni di governo adeguate e coerenti».
Le critiche del Pdl. La maggioranza, però, non è disposta a rinunciare al ricorso al voto se dovesse esplodere la tensione con i finiani. Così prima Fabrizio Cicchitto e poi il coordinatore-ministro Sandro Bondi, pur apprezzando l'invito del presidente Napolitano ad abbassare i toni, bocciano la possibilità di governi tecnici o di transizione: senza Berlusconi, cioè, si va a elezioni. «In una situazione di perduranti difficoltà economiche - spiega Bondi - è meglio il ricorso al voto piuttosto che la paralisi politica». Più o meno le stesse parole usate anche dal presidente dei senatori Pdl, Maurizio Gasparri. «Ovviamente anche il Quirinale sa che chi ha vinto le elezioni non può essere messo all'opposizione con giochi di palazzo. Quindi o va avanti il governo Berlusconi o si vota. Su questo non ci sono dubbi».
L'apprezzamento dei finiani e del Pd. La minoranza che fa capo al presidente della Camera accoglie positivamente positivamente il richiamo del capo dello Stato. «Tutti - scrivono in nota congiunta Italo Bocchino, Silvano Moffa e Pasquale Viespoli - dovrebbero riflettere sulle parole di Napolitano». Mentre il numero uno del Pd, Pierluigi Bersani, invita il premier Silvio Berlusconi «a rispettare la Costituzione. Finché non avrà fatto quella di Arcore, volente o nolente rispetterà quella su cui ha giurato. Sappia che le minacce esplicite o velate non impressionano nessuno». Mentre Antonio Di Pietro (Idv), pur ritenendo giusto il richiamo, sottolinea che «Napolitano è l'arbitro, e non può muoversi come un giocatore perché così rischia di condizionare il gioco.