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Questo articolo è stato pubblicato il 15 agosto 2010 alle ore 20:45.
I comuni sono sempre più a caccia di soldi. Un'idea per rimpinguare le proprie casse, l'ha lanciata il sindaco di Roma, Gianni Alemanno che, parlando a Cortina InConTra, ha detto di voler introdurre «una tassa sui cortei». «I romani - ha spiegato Alemanno - pagano un prezzo altissimo a essere capitale: a Roma ci sono più di 525 manifestazioni a carattere nazionale in sei mesi, tanto per fare un esempio. È per questo motivo che pensiamo a una sorta di tassa sui cortei».
Parlando invece di federalismo, Alemanno ha sottolineato come «debba unire il Paese, partendo dal basso, unire e non dividere. Per questo dico ai leghisti: levatevi di dosso quel sapore secessionista tra Nord e Sud che ancora vi portate dietro». Il sindaco di Roma ha definito «necessario» il federalismo fiscale, per dare «maggiore responsabilità». Ho trovato a Roma, ha ricordato, un buco spaventoso da 12 miliardi di cui nessuno, nel corso degli anni, aveva chiesto conto.
Alemanno ha poi smentito che la capitale sia una città "ladrona". Da Roma, ha detto, «arrivano nelle casse dello Stato più di 36 miliardi di euro a fronte di un trasferimento dal centro pari a un miliardo 290 milioni». Alemanno ha poi sottolineato di fare il tifo per l'Expo 2015: «Da romano spero e credo e faccio il tifo affinchè il Governo metta a posto la pratica Expo 2015: se Milano fallisce, fallisce anche Roma per la candidatura alle Olimpiadi 2020». Del resto, ha concluso, «dall'estero siamo tutti italiani, non si distingue tra milanesi e romani. Se fallisce uno, falliamo tutti».